Riscatto della laurea per andare in pensione prima, ma costa come un mutuo

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Arriva un’altra possibile novità dal tavolo di confronto fra governo e sindacati sulle norme per la previdenza da inserire nella prossima Legge di bilancio: il riscatto della laurea. 

Arriva un’altra possibile novità dal tavolo di confronto fra governo e sindacati sulle norme per la previdenza da inserire nella prossima Legge di bilancio: il riscatto della laurea. 

Esso non avrebbe più solo l’effetto di aumentare il montante, cioè la quota sulla quale calcolare l’assegno dell’Inps, ma servirebbe anche per raggiungere il numero minimo di anni di contributi. 

Il calcolo resterebbe fisso, legato all’anzianità e alla busta paga al momento della domanda, ma costerebbe molto: ad esempio  un uomo di 40 anni con un reddito di 52 mila euro lordi l’anno deve pagare quasi 60 mila euro. 

La ricongiunzione gratuita dei contributi versati a enti previdenziali diversi è un altro capitolo di discussione fra governo e sindacati. 

La legge di bilancio costerebbe poco meno di 2,5 miliardi di euro l’anno. In essa dovrebbero entrare l’Ape, cioè l’uscita anticipata dal lavoro fino a un massimo di tre anni, la ricongiunzione gratuita dei contributi, compreso l’effetto sul riscatto della laurea. E anche l’estensione ad altri due milioni di persone della 14/ma, cioè l’assegno extra che a luglio incassano i pensionati a basso reddito: adesso è prevista per chi prende meno di 10 mila euro lordi l’anno; si potrebbe dare anche a chi  prende 13 mila euro,anche se i sindacati chiedono di darla a pensioni fino a 16 mila.

Potrebbero non entrare nella Legge di bilancio, invece, gli interventi per i lavoratori precoci, quelli per le attività usuranti, e l’innalzamento della no tax area. 

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