Riforme. Il pop rock entra nei conservatori dalla porta principale. Lettera

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Antonio Deiara – Il Decreto Ministeriale n. 611 del 9.8.2017 riconosce strumentisti, voci, compositori.

Aristotele insegna che esiste una grande differenza tra la possibilità che un qualcosa si realizzi (potenza) e la realizzazione stessa (atto). È stato sufficiente pubblicare un Decreto Ministeriale, il n. 611 del 9.8.2017, per passare dalla potenza all’atto e far entrare nei Conservatori di Musica strumentisti, voci, compositori, arrangiatori, tecnici del suono. E dalla porta principale! Emoziona leggere “Basso Elettrico Pop Rock”, “Chitarra Pop Rock”, “Pianoforte e tastiere Pop Rock”, Batteria e Percussioni Pop Rock” e “Canto Pop Rock”. Volge al tramonto l’era della discriminazione tra chi suona “ad orecchio” e chi segue lo spartito. In fondo, il grande Edgar Willems dedicò due volumi all’ “Orecchio musicale”…

Il D.M. 611/17, onore al ministro Valeria Fedeli e al suo Staff, è chiarissimo nelle cosiddette “Declaratorie”, comuni a tutti gli strumenti e al canto: “Il settore concerne l’acquisizione delle abilità tecniche e delle competenze musicali, culturali ed interpretative necessarie per affrontare i diversi repertori stilistici del Pop Rock con piena consapevolezza delle correlate prassi esecutive e improvvisative, accanto a connesse acquisizioni storico/organologiche e didattiche. Le peculiari esigenze poste dalla creazione musicale estemporanea orienteranno la promozione del performer creativo.”. In soldoni, si formeranno chitarristi e tastieristi, bassisti e batteristi, cantanti e compositori Pop Rock a tutto tondo, in possesso di approfondite conoscenze culturali e didattiche, e di solide abilità interpretative.

Il D.M. potrebbe favorire un’apertura al Pop Rock anche nei Licei Musicali.
Chi si occupa dei dodici suoni sa che esiste il “diabolus (diavolo) in musica”, nascosto nel “salto” (intervallo) dalla nota fa alla nota si, di difficile intonazione. Anche nel D.M. 611/17 si nasconde un “diavoletto”: è l’assenza del criterio di scelta dei docenti. Quando ho avuto l’onore di far parte del Gruppo di supporto tecnico-scientifico che ha elaborato la “Riforma Milia” delle Scuole Civiche di Musica della Sardegna, mi è capitato di fronte il “diabolus”. Arrivarono proposte di considerare il criterio di “Docente di strumento affine”, cioè di considerare, per esempio, un laureato in Contrabbasso contemporaneamente in grado di insegnare anche Basso Pop Rock. La verità si trova proprio agli antipodi: esistono eccellenti bassisti che possiedono anche il diploma di Conservatorio in Contrabbasso, mentre non è automatico il contrario.

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