Riforma sostegno, Fiaba: manca formazione specifica DS e si equipara disabili a studenti ospedalizzati

WhatsApp
Telegram

Le Commissioni VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e XII (Affari sociali) della Camera dei Deputati hanno dunque espresso congiuntamente i loro parerei sugli schemi dei decreti attuativi della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”). Un lavoro lungo e impegnativo che ha portato ad alcuni buoni risultati, ma che mostra alcune gravi lacune.

Il Dipartimento Scuola FIABA (http://dipartimentoscuola.fiaba.org/) ha seguito l’evoluzione di questa legge con attenzione, cercando di fornire il proprio contributo, in quanto ente riconosciuto per la formazione dei docenti di ogni ordine e grado (scopri l’offerta formativa su http://shop.fiaba.org/). Lo scorso novembre una equipe di 100 esperti fra docenti, dirigenti scolastici, pedagogisti, assistenti specialistici, genitori e studenti avevano stilato un documento ufficiale consegnato al dirigente MIUR Loredana Leoni: a seguito dei pareri delle Commissioni sui decreti “Buona Scuola” però, è necessario sottolineare alcuni punti rispetto ad altri.

Alcuni passaggi dei pareri espressi dalle Commissioni sono sicuramente apprezzabili: l’inserimento dell’associazionismo di riferimento tra gli interlocutori dei processi di inclusione scolastica insieme con le famiglie, o anche quello dell’Osservatorio per l’inclusione scolastica tra i soggetti che esprimono parere sulla valutazione della qualità dei servizi delle istituzioni scolastiche; bene anche il recepimento della nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (IFC) che sostituisce la vecchia Classificazione Internazionale della Menomazione, della Disabilità e dell’Handicap, tuttora riferimento del MIUR.

Molti dei suggerimenti espressi dalle associazioni, invece, non sono stati recepiti: non c’è traccia di un reale irrobustimento della formazione iniziale di tutti i futuri docenti e dell’aggiornamento professionale dei dirigenti scolastici su materie come pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, psicologia, metodologia e tecnologie didattiche; in più ci si ostina ad inserire l’istruzione domiciliare e ospedaliera nella legge sull’inclusione, come se gli studenti ospedalizzati siano automaticamente disabili. Citiamo, ad esempio, lo studente costretto a casa dopo l’ospedalizzazione per grave patologia, spesso oncologica o a seguito di trauma, che ne impedisce la frequenza. In questo caso è legittimo parlare di istruzione domiciliare, senza fare riferimento alla legge per disabili, in quanto il minore ospedalizzato o a domicilio non è da considerarsi disabile. Se un’etichetta vogliamo applicarla è bene parlare di studente con “bisogni sanitari” o “medical needs”, come si dice in Europa. Altra categoria che può usufruire dell’istruzione domiciliare è quella di minori colpiti da “sensibilità multipla chimica” (MCS), che, a causa di gravi forme di allergia a tutto, non posso vivere in mezzo agli altri e sono confinati nello spazio domestico, ove solo l’istruzione domiciliare, veicolata dalle tecnologie avanzate, può consentire l’attuazione del diritto all’istruzione ( si veda al riguardo il “Progetto TRIS” al link: www.progetto-tris.it). FIABA chiede quindi che questi punti siano rivisti, al fine di costruire una scuola veramente inclusiva per tutti.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri