Riforma esami di Stato, dal prossimo anno ammessi anche con gravi insufficienze. A decidere il Consiglio di classe

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Il decreto legislativo, attuativo della legge n. 107/2015, sulla valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato contiene un’importante novità riguardo all’ammissione degli allievi alla classe successiva e agli esami di Stato nella scuola secondaria.

Per essere ammessi alla classe successiva o agli esami di Stato, infatti, gli alunni, secondo quanto previsto dal decreto, devono conseguire la media del 6 e non la sufficienza in ciascuna disciplina come richiesto attualmente.

Di seguito quanto previsto dal decreto per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Primo grado

Art. 6 – Ammissione alla classe successiva nella scuola secondaria di primo grado ed all’esame conclusivo del primo ciclo

Il consiglio di classe delibera l’ammissione alla classe successiva e all’esame conclusivo del primo ciclo sulla base di una valutazione complessiva, non inferiore a sei decimi, relativa alla sufficiente acquisizione dei livelli di apprendimento previsti al termine del percorso.

Secondo Grado

 ART. 15 – Ammissione dei candidati interni

L’ammissione all’esame di Stato è disposta in sede di scrutinio finale dal consiglio di classe  presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato. E’ ammesso all’esame di Stato, salvo quanto previsto dall’art, 4, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica del 24 giugno 1998 n.249, lo studente in possesso dei seguenti requisiti (riportiamo solo quello oggetto della presene scheda):

d) votazione media non inferiore ai sei decimi compreso il voto di comportamento. Nella deliberazione, il voto espresso dall’insegnante di religione cattolica o dal docente per le attività alternative, per gli alunni che si avvalgono di detti insegnamenti, se determinante diviene un giudizio motivato iscritto a verbale.

Le suddette previsioni hanno suscitato non poche polemiche (per l’eventuale rischio di ammissione di allievi con diverse insufficienze), tanto che si era prospettata una modifica della delega. Tale previsione, però, è stata smentita dalla Presidente della Commissione Istruzione della Camera, Flavia Nardelli, che all’Ansa ha dichiarato quanto segue:

“Da quanto abbiamo ascoltato nel corso delle audizioni – naturalmente professori e studenti, ma anche pedagogisti, Comuni e Regioni – non pare giusto non ammettere alla maturità uno studente che ha un 8 in una materia e magari un 4 o un 5 in un’altra; ma è bene ricordare – sottolinea Nardelli, parlamentare dem – che la decisione finale spetterà al consiglio di classe, che potrà valutare positivamente o meno il `recupero´ di apprendimento di ogni singolo studente e quindi la sua ammissione”.

Secondo la Nardelli, la nuova previsione affida la decisione dell’ammissione o meno al “senso di responsabilità della scuola”, nello specifico al consiglio di classe cui spetterà la decisione finale.

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