Rete studenti: serve riforma complessiva sistema valutazione, non del solo esame di Maturità

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comunicato Rete degli studenti medi – E’ di ieri la notizia che le commissioni cultura di Camera e Senato hanno espresso il proprio parere in merito al decreto 384, Legge delega della Buona Scuola relativa la riforma della Valutazione del primo ciclo e dell’esame di stato conclusivo del secondo ciclo.

Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, commenta: “Accogliamo con positività la notizia di una possibile soppressione dei comma 3 e 5 dell’articolo 21, che andrebbe quindi ad eliminare la possibilità che il risultato del Test Invalsi sia inserito all’interno del curriculum dello studente e la possibilità per gli atenei di tenere in considerazione quel risultato per l’ammissione degli studenti ai propri corsi. Modifiche positive che, se accolte, non cambieranno comunque radicalmente la situazione. La partecipazione al Test Invalsi rimane criterio obbligatorio per l’ammissione all’esame di Maturità, così come la nostra contrarietà rispetto ad uno strumento che riteniamo inutile ed inadatto alla valutazione individuale dello studente rimane salda. Pare poi rimanga in piedi l’intenzione di inserire un momento ad hoc all’interno del colloquio orale per l’esposizione dei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro. Come abbiamo denunciato sin dalla presentazione della delega in un momento in cui i percorsi di alternanza non sono ancora tutelati e completamente in linea con i percorsi didattici degli studenti, inserire la loro valutazione all’interno dell’esame di stato può solo risultare controproducente”
“Come abbiamo ribadito più volte nel corso della discussione parlamentare” – Conclude Manfreda-” Il sistema scolastico italiano ha bisogno di una riforma complessiva della valutazione e per farlo non si può pensare di partire dall’esame di Maturità che rappresenta solo l’ultimo step della valutazione individuale. Ciò di cui gli studenti hanno bisogno è una valutazione narrativa e non più numerica, una valutazione che non metta in competizione tra di loro gli studenti ma che li aiuti a sviluppare le proprie capacità personali e a recuperare a pieno le loro lacune. Abbiamo bisogno che si rimetta in discussione lo strumento della bocciatura, portando avanti uno studio casistico per individuare i casi in cui questa diventa strumento punitivo e determina un abbandono scolastico più frequente”.

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