Quota 96, conviene economicamente tenerli in servizio?

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E' la domanda sui Quota 96 che l'On Manuela Ghizzoni ha posto al Ministro dell'Istruzione in occasione di una interrogazione parlamentare.

E' la domanda sui Quota 96 che l'On Manuela Ghizzoni ha posto al Ministro dell'Istruzione in occasione di una interrogazione parlamentare.

“E’ più economico sbloccare il pensionamento di lavoratori con 40 anni di attività alle spalle o mantenere in servizio personale ultrasessantenne?” E' la domanda contenuta nell'interrogazione che la Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, ha avanzato al ministro per l’Istruzione Giannini a proposito dei cosiddetti “Quota 96″ del 2012 dei docenti e personale Ata.

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“I soggetti coinvolti – sostiene l’on. Ghizzoni nell’interrogazione – sono mantenuti al lavoro in quanto alla soluzione del problema sono sempre stati  opposti insormontabili problemi di natura finanziaria. Non si sono volute, invece, valutare le conseguenze di un innalzamento forzato dell’età lavorativa e quindi misurare il costo “sociale” del mantenimento in servizio di persone ultrasessantenni. Non appare difficile comprendere quanto sia complesso e faticoso occuparsi per più di 40 anni dell’istruzione di studenti in classi sovraffollate, con la presenza di alunni stranieri, di ragazzi con handicap spesso con sostegno insufficiente, di studenti con DSA o con BES. Un impegno fisico e intellettivo che configura quella dell’insegnante come una professione usurante, causa di stress e predisposizione a contrarre malattie. Questa situazione, in progressivo deterioramento, determina la necessità di frequenti assenze con costi a carico del SSN, del MIUR e dell’INPS, sia per le cure necessarie sia per il pagamento di supplenti. Appare quindi lungimirante – conclude Manuela Ghizzoni – considerare più economico il pensionamento rispetto al protrarsi di questa condizione, tenuto conto della esigenza della continuità didattica, della dignità dei lavoratori coinvolti nonché della necessità di emendare a palesi errori normativi”.

Nel frattempo, in concomitanza della discussione sulla Legge di stabilità,  un gruppo di docenti ed Ata di Quota96, in presidio davanti al Senato, effettuerà uno sciopero della fame al fine di chiedere al governo di passare dalle parole ai fatti.
 

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