Premio nazionale insegnanti, ANIEF, il premio dovrebbe essere dato a tutti i docenti italiani a fine carriera

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L'ANIEF, commentando l'iniziativa comunicata dal Ministro Giannini, relativa all'istituzione in Italia del Premio nazionale degli insegnanti, afferma che la stessa cifra da attribuire ai 5 migliori insegnanti, dovrà essere data a fine carriera a tutti i docenti italiani, considerato il blocco del contratto e l'inadeguatezza delle retribuzioni. 

L'ANIEF, commentando l'iniziativa comunicata dal Ministro Giannini, relativa all'istituzione in Italia del Premio nazionale degli insegnanti, afferma che la stessa cifra da attribuire ai 5 migliori insegnanti, dovrà essere data a fine carriera a tutti i docenti italiani, considerato il blocco del contratto e l'inadeguatezza delle retribuzioni. 

Il comunicato

Per l’Anief, un’iniziativa come quella annunciata dal Ministero, potrebbe avere un senso logico in altri Paesi, dove al corpo insegnante viene assegnato un corrispettivo a fine mese adeguato al prezioso lavoro profuso. Ma non in Italia, dove gli stipendi degli insegnanti sono bloccati da oltre sei anni e hanno perso tra il 13,3% e il 19,7%,: perché equivale ad una beffa. Solo dalla sottrazione dell’indennità di vacanza contrattuale, pari al 10% dello stipendio, ad ogni insegnante vengono negati in media 1.800 euro l’anno. Che moltiplicati per 40 anni di lavoro superano ampiamenti i fondi riservati ora dal Miur invece a pochi “intimi”.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): cifre simili sono anche quelle assegnate per sentenza, dai tribunali del lavoro, a quei docenti precari che hanno presentato ricorso per avere adeguati risarcimenti, dovuti anche alla mancata assegnazione degli scatti di anzianità e delle mensilità estive. Perché, ha ravvisato giustamente il giudice, in definitiva svolgono il medesimo lavoro ed hanno le stesse responsabilità dei colleghi già di ruolo. Per tutti, inoltre, rappresenta un vero insulto alla professione, al lavoratore e alle loro famiglie, presentarsi al tavolo del rinnovo contrattuale con 3,5 euro netti di adeguamento. Ecco perchè noi ricorriamo.

Anche l’Italia avrà, dunque, il suo Premio nazionale degli insegnanti: lo ha annunciato il Ministero dell’Istruzione, spiegando che una “commissione indipendente di esperti di alto livello, individuata dal Miur e dalla Fondazione, sceglierà i 5 vincitori, che riceveranno un budget (50.000 euro al primo, 30.000 agli altri 4)”. Il sindacato ritiene che un’iniziativa del genere potrebbe avere un senso logico in altri Paesi, dove al corpo insegnante viene assegnato un corrispettivo a fine mese adeguato al prezioso lavoro profuso, ma in Italia, dove gli stipendi degli insegnanti sono bloccati da oltre sei anni e hanno perso tra il 13,3% e il 19,7%, questo annuncio rischia di assumere le sembianze della beffa.

“Il Miur dovrebbe assegnare almeno la stessa cifra a tutti i docenti italiani”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “Perché solamente dalla sottrazione dell’indennità di vacanza contrattuale, pari al 10% dello stipendio, ad ogni insegnante vengono negati in media 1.800 euro l’anno. Che moltiplicati per 40 anni di lavoro, superano ampiamente i 50mila euro di premio annunciati dall’amministrazione centrale. Tutti coloro che sono assunti già a tempo indeterminato, circa 600mila docenti, ne hanno ben donde per chiedere quindi il maltolto”.

“Si tratta di cifre, peraltro, non molto più alte di quelle percepite per sentenza, dai tribunali del lavoro, da quei docenti precari che hanno presentato ricorso per avere adeguati risarcimenti, dovuti anche alla mancata assegnazione degli scatti di anzianità e delle mensilità estive. Perché, ha ravvisato giustamente il giudice, in definitiva svolgono il medesimo lavoro ed hanno le stesse responsabilità dei colleghi già di ruolo. In entrambi i casi, per tutti i docenti delle nostre scuole, di ruolo o supplenti – conclude il sindacalista Anief-Cisal – costituisce un vero insulto alla professione, al lavoratore e alle loro famiglie, presentarsi al tavolo del rinnovo contrattuale con 3,5 euro netti di adeguamento”.

Tutto questo diventa ancora più assurdo dal momento che lo stop agli aumenti stipendiali, almeno a copertura dell’inflazione, che nell’ultimo periodo è cresciuta di 4 punti percentuali in più, va a ledere l’articolo 2, comma 35, della legge n. 203/2008, dalla legge finanziaria 2009 e anche le disposizioni previste dal Decreto Legislativo 150/2009. Come anche fatto osservare dalla Consulta, che pochi mesi fa ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi dell’amministrazione pubblica. Senza poi dimenticare l’articolo 36 della Costituzione, che sull’adeguata retribuzione in rapporto al lavoro profuso non ammette eccezioni.

Anief ricorda a tutto il personale docente (ma anche Ata), che intende recuperare l’indennità di vacanza contrattuale non percepita negli ultimi anni, ai fini di ottenere uno stipendio adeguato al costo della vita, di cliccare a questo LINK per ricevere maggiori informazioni.
 

14 marzo 2016 

 Ufficio Stampa Anief

 www.anief.org

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