Premi ai docenti più bravi, domani prende il via al Miur la partita. ANIEF, far slittare di un anno comitati

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comunicato ANIEF – Il Ministero dell’Istruzione ha convocato i sindacati per un’informativa sulla ripartizione delle risorse del fondo per la valorizzazione del merito professionale, che destinerà circa 24mila euro a istituto solo ad una parte del personale scolastico, e sul funzionamento del comitato di valutazione deputato a scegliere i docenti che più si impegnano per l’attuazione dell’offerta formativa extra-didattica.

comunicato ANIEF – Il Ministero dell’Istruzione ha convocato i sindacati per un’informativa sulla ripartizione delle risorse del fondo per la valorizzazione del merito professionale, che destinerà circa 24mila euro a istituto solo ad una parte del personale scolastico, e sul funzionamento del comitato di valutazione deputato a scegliere i docenti che più si impegnano per l’attuazione dell’offerta formativa extra-didattica.

Anief ha chiesto in più occasioni, anche attraverso il decreto Milleproroghe, di far slittare di un anno l'insediamento del nuovo comitato di valutazione introdotto con la Legge 107/15. L’assegnazione del bonus annuale comporta delle scelte che andranno a premiare una stretta cerchia di docenti. Che si troverebbe senza compensi accessori e con lo stipendio-base più “magro” della PA. Prima di avviare qualsiasi contrattazione, anche unilaterale, Anief torna quindi a chiedere pubblicamente cosa intenda fare il Miur per salvaguardare gli stipendi di oltre 600mila docenti tagliati fuori dal bonus premiale.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): contrattare la retribuzione accessoria, perché di quella si parlerà domani al Miur, significa preoccuparsi di dettagli e non della sostanza. Che è quella di tenere conto dell’indice di inflazione previsionale, in sostituzione del tasso di inflazione programmata. Invece – conclude il sindacalista – ci ritroviamo ancora una volta a rivolgerci ai giudici. Cui spetterà fare in modo di non calpestare l’articolo 36 della Costituzione sull’adeguata retribuzione in rapporto al lavoro profuso.

Mentre cresce l’attesa per l’approdo in Gazzetta Ufficiale dei bandi del concorso, che porteranno in cattedra 63.712 insegnanti, dopo il preannuncio del via libera al regolamento sulle nuove classi concorsuali, domani al Ministero dell’Istruzione prende inizio una delle “partite” più discusse della riforma Renzi-Giannini: la ripartizione delle risorse del fondo per la valorizzazione del merito professionale, che destinerà circa 24mila euro a istituto solo ad una parte del personale scolastico, e il funzionamento del comitato di valutazione deputato a scegliere i docenti più “bravi”.

Per domattina, alle ore 10.00, al Miur sono stati “convocati i sindacati per un’informativa su questa tematiche”, scrive Orizzonte Scuola. L’incontro si soffermerà quindi sul comma 126 della Legge 107/2015, che ha introdotto “la valorizzazione del  merito  del  personale  docente” attraverso  “lo  stanziamento  di  euro  200 milioni  annui  a  decorrere  dall'anno  2016,  ripartito  a  livello territoriale e tra le istituzioni  scolastiche  in  proporzione  alla dotazione organica dei docenti, considerando altresì i  fattori  di complessità delle istituzioni scolastiche e delle  aree  soggette  a maggiore rischio educativo”.

L'incontro è stato disposto dopo la pubblicazione, da parte dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto, di una nota con la quale forniva delle indicazioni ai componenti esterni dei Comitati di Valutazione circa le modalità di assegnazione del bonus, interpretando lo stesso comma 126 della legge 107/2015, oltre che i commi 127 e 128, come se la scuola fosse un’azienda privata e delegando la “retribuzione accessoria” del merito dei dipendenti all’azione quasi esclusiva del preside sulla base dei riferimenti di massima dettati dal comitato di valutazione.

Su questi argomento l’Anief ha chiesto in più occasioni, anche attraverso il decreto Milleproroghe, di far slittare di un anno, considerando la complessità del tema, l'insediamento del nuovo comitato di valutazione introdotto con la Legge 107/15. L’assegnazione del bonus annuale, infatti, comporta delle scelte che andrebbero a premiare una stretta cerchia di docenti. Con la percentuale più grande, all’interno di ogni scuola, rimarrebbe privo di incentivi. Che, sommata all’inadeguata base stipendiale, cui sono costretti i dipendenti della scuola per via del blocco previsto dal 2009, renderebbe le buste paga sempre più vicine alla soglia di povertà.

Sulla supremazia dell’inflazione, che negli ultimi anni ha surclassato le buste paga dei dipendenti della scuola, già maglia nera della PA visto che è il comparto più penalizzato,  si è soffermato pure l’ultimo rapporto semestrale ARAN, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pa, secondo cui dal 2008 ad oggi il costo della vita ha fatto registrare un +13,6%. Mentre gli aumenti contributivi dei dipendenti pubblici si sono fermati al 9,5%, pari ad 80 euro al mese. Mentre l’Esecutivo, con la Legge di Stabilità 2016, ha presentato l’offensiva e ridicola cifra di 5 euro a dipendente.

La pochezza di questa cifra è avvalorata dal fatto che negli stipendi di chi lavora a scuola mancano anche 110 euro di indennità di vacanza contrattuale, pure questi congelati da tempo e probabilmente sino al 2018. Il tutto, in disaccordo con l’articolo 2, comma 35, della legge n. 203/2008, dalla legge finanziaria 2009 e anche le disposizioni previste dal Decreto Legislativo 150/2009. E a dispetto della sentenza della Corte Costituzionale dell’estate scorsa, che ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA. Mentre al Governo interessa solo applicare il  Decreto Legislativo 150/09, con gli aumenti stipendiali sganciati dagli scatti di anzianità e legati invece a doppio filo alle performances lavorative: un modello che nella Scuola, unico caso della Pubblica amministrazione italiana, è già realtà.

Prima di avviare qualsiasi contrattazione, anche unilaterale, l’Anief torna quindi a chiedere pubblicamente cosa intende fare il Miur per salvaguardare gli stipendi di oltre 600mila docenti tagliati fuori dal bonus premiale. Perché i lavoratori meritevoli nelle intenzioni di chi amministra la scuola non dovrebbero superare il 20-30% dei dipendenti. Perché occorre capire cosa ne sarà dello stipendio di due docenti su tre. Eppure, gli insegnanti, come gli Ata della scuola, hanno già il primo decennio della carriera bloccato, con l’accordo incauto di altri sindacati, percependo stipendi di appena 1.200 euro netti al mese.

Il sindacato ha calcolato che per coprire almeno l’incremento del costo della vita degli ultimi sei anni, dovrebbe prevedere un incremento in busta paga pari a 74 euro in più nel 2015 (+ 5%). A cui vanno aggiunti 4.159 euro di arretrati dal blocco dell’indennità di vacanza contrattuale, introdotta nel luglio 2008, più 1.010 euro a partire dal prossimo anno per altri 8 euro di aumento che equivale quasi ad una quattordicesima. L’aumento di 5 euro netti, previsto dal governo Renzi, rappresenta la miseria di un +0,5%, rispetto al 9,6% previsto dall’Indice UE Ipca.

“In queste condizioni – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – contrattare la retribuzione accessoria, perché di quella si parlerà domani al Miur, significa preoccuparsi di dettagli e non della sostanza. Che è quella di tenere conto dell’indice di inflazione previsionale, in sostituzione del tasso di inflazione programmata. Invece – conclude il sindacalista – ci ritroviamo ancora una volta a rivolgerci ai giudici. Cui spetterà fare in modo di non calpestare l’articolo 36 della Costituzione sull’adeguata retribuzione in rapporto al lavoro profuso”.

Tutti i docenti e Ata che intendano presentare ricorso, per il recupero delle indennità di vacanza contrattuale non percepita negli ultimi anni e l’applicazione di uno stipendio maggiore, possono cliccare sul seguente link predisposto dal sindacato Anief.

I commi della Legge 107/2015 riguardanti bonus premiale e comitato di valutazione incaricato di assegnarlo:

  126. Per la valorizzazione del  merito  del  personale  docente  e' istituito presso il  Ministero  dell'istruzione,  dell'universita'  e della ricerca un apposito fondo, con  lo  stanziamento  di  euro  200 milioni  annui  a  decorrere  dall'anno  2016,  ripartito  a  livello territoriale e tra le istituzioni  scolastiche  in  proporzione  alla dotazione organica dei docenti, considerando altresi'  i  fattori  di complessita' delle istituzioni scolastiche e delle  aree  soggette  a maggiore rischio educativo, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca.

  127. Il dirigente scolastico, sulla base dei  criteri  individuati dal comitato per la  valutazione  dei  docenti,  istituito  ai  sensi dell'articolo 11 del testo unico di cui  al  decreto  legislativo  16 aprile 1994, n. 297, come  sostituito  dal  comma  129  del  presente articolo, assegna annualmente al  personale  docente  una  somma  del fondo di cui al comma 126 sulla base di motivata valutazione.

  128. La somma di cui al comma 127, definita bonus, e' destinata  a valorizzare  il  merito  del  personale  docente   di   ruolo   delle istituzioni scolastiche di  ogni  ordine  e  grado  e  ha  natura  di retribuzione accessoria.
 

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