Più laureati che matricole: ma siamo ancora agli ultimi posti in Europa per numero di laureati

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GB – Si è registrato negli atenei italiani nel 2012 un dato storico: i laureati hanno superato il numero delle matricole. Ne parla La Repubblica.

Nel 2011/2012, a fronte di 280.164 nuovi ingressi si sono registrati infatti 291.688 laureati, mentre nel 2010/2011 le matricole superavano ancora di seimila unità i laureati.

GB – Si è registrato negli atenei italiani nel 2012 un dato storico: i laureati hanno superato il numero delle matricole. Ne parla La Repubblica.

Nel 2011/2012, a fronte di 280.164 nuovi ingressi si sono registrati infatti 291.688 laureati, mentre nel 2010/2011 le matricole superavano ancora di seimila unità i laureati.

Il dato può essere la conseguenza di due fattori: in cinque anni le immatricolazioni sono diminuite di 50mila unità, mentre i laureati — complice la riforma del 3+2 entrata in vigore nel 2000/2001 — in meno di tre lustri sono quasi raddoppiati.

Sarebbe merito della riforma dell’allora ministro Luigi Berlinguer, che adottò il sistema anglosassone del 3+2, entrata in vigore nel 2000/1: a riprova il fatto che solo nel 1997/1998 a fronte di 320mila immatricolati gli atenei italiani riuscivano a laureare appena 140 giovani.

Secondo Stefano Paleari, presidente della Conferenza dei rettori, sono tre i fattori che hanno contribuito al sorpasso:"La riforma del 3 più 2, il calo che purtroppo ha interessato gli immatricolati negli ultimi anni e le politiche universitarie che hanno indotto gli studenti a laurearsi prima, evitando di sostare inutilmente all’università. Penso — dice il presidente della Crui — alle politiche sulle contribuzioni: i fuori corso pagano tasse più alte di coloro che sono in regola".

Non è d’accordo invece Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli universitari, che denuncia invece:"Il vero dato eclatante è il gigantesco crollo delle iscrizioni — meno 20 per cento in dieci anni — che la dice lunga sulla fallimentare attuazione italiana del sistema 3+2 tanto più che nel conteggio di questi immatricolati non sono conteggiati i 100mila iscritti per la prima volta ai corsi di laurea magistrali biennali.Il giudizio politico  sullo stato e la gestione dell’università italiana si può riassumere nel tasso di passaggio dalla scuola secondaria superiore all’università, che dal 66,3 per cento del 2007 è passato al 58,2 per cento del 2012: il vero volto di un paese che sta rinunciando a basare il proprio sviluppo sulla conoscenza e sull’innovazione".

I dati europei sono comunque chiari: in Italia, la quota di 30/34enni in possesso di un diploma di laurea è del 21,7 per cento, contro una media Ue a 28 paesi del 35,7 per cento. Nel 2012, secondo Eurostat, il nostro Paese occupava il penultimo posto, seguito soltanto dalla Turchia. Nel 2000, ci seguivano anche la Romania, il Portogallo, la repubblica Slovacca e Malta, che in pochi anni ci hanno superato.
 

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