Organici docenti. La regione Veneto chiede più docenti al MIUR per il triennio 2016/19

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Con una lettera al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini il presidente della Regione Veneto sollecita un “adeguato incremento” del numero dei docenti previsti in pianta organica per il triennio 2016-19 nelle scuole pubbliche del territorio regionale.

Con una lettera al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini il presidente della Regione Veneto sollecita un “adeguato incremento” del numero dei docenti previsti in pianta organica per il triennio 2016-19 nelle scuole pubbliche del territorio regionale.

“In Veneto – ricorda il governatore – dal 2008 ad oggi, a fronte di un aumento di circa 30.750 alunni nelle scuole di diverso ordine e grado, si è verificata una diminuzione di 4569 posti di docente. Appare quindi del tutto giustificata e condivisibile la richiesta formulata dall’Ufficio scolastico regionale di 3039 posti in più rispetto ai 45.609 posti assegnati dal decreto interministeriale 634/2015”.

Per il massimo rappresentante della Regione Veneto – così come per l’assessore regionale all’Istruzione che ripetutamente aveva  rappresentato il fabbisogno della scuola veneta al ministro Giannini – la carenza di docenti appare una vera e propria “sperequazione”, visto alle altre regioni sono stati assegnati organici  aggiuntivi di gran lunga superiori.

“Chiedo con convinzione che venga posto rimedio alla sperequazione patita e che sia utilizzato un più equo e razionale criterio distributivo”, scrive il presidente della Regione. Tanto più che il sistema scolastico veneto – fa notare il presidente – registra il minor tasso di dispersione scolastica (solo 10 ragazzi su 100 abbandonano gli studi), una forte integrazione tra scuola e lavoro, grazie ad attività di alternanza e di promozione dell’insegnamento delle lingue straniere.

“Segnalo inoltre – conclude il presidente, sollecitando maggior attenzione da parte del ministero – che il costo per lo Stato relativo alle scuole per l’infanzia del Veneto è di molto al di sotto della media nazionale, in quanto le scuole statali rappresentano soltanto il 35 per cento del totale. E’ evidente che questa circostanza costituisce di per sé un notevole risparmio di risorse statali,  che potrebbero, per equità, essere almeno in parte utilizzate per l’incremento dell’organico richiesto”.

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