No all’aumento dell’età pensionabile, professione docente stressante e faticosa. Lettera

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Un secco no all’aumento dell’età pensionabile per i docenti che si prevede arrivi a 70 anni, perché la professione insegnante con le nuove generazioni di alunni è stressante e faticosa.

Un docente con moltissimi anni di servizio non ce la fa a reggere il ritmo di gestione di una classe numerosa e, quindi, prima o poi soccombe, manifestando condizioni di malessere e di disagio.

Ad aggravare la situazione di insofferenza degli insegnanti sono diversi fattori legati al fenomeno delle classi pollaio, all’irrequietezza degli alunni, alla maleducazione o meglio ineducazione imperante, alla frustrazione di non sentirsi considerati dalla società creano situazioni difficili per cui andare avanti è veramente difficile. Non ultimo il progressivo aumento dell’età pensionabile che arriverò a 67 anni.

Una cosa pazzesca per il mondo della scuola. Considerato lo status quo della scuola italiana psicologi, medici sulla base degli studi scientifici condotti a livello internazionale hanno invitato la politica italiana a riconoscere l’insegnamento quale professione usurante. Sì proprio così perché col tempo il mestiere di insegnante diventerà un mestiere da “trincea”, stritolati com’è da un sistema che non funziona e da una classe politica sorda e miope che si rifiuta di ascoltare il grido di dolore dei docenti che chiedono a gran voce un’inversione di rotta e di essere quantomeno supportati nel loro lavoro quotidiano in classe da figure professionali specializzate.

Com’è possibile pensare che un insegnante che è stato per quarant’anni dietro una cattedra possa continuare a starci con una generazione di adolescenti che non rispetta le regole della convivenza civile ed è continuamente proiettata nell’era digitale? È una cosa aberrante alla quale va posto, in tutti i modi possibili, rimedio da subito.

Un docente per stare dietro una cattedra oggi deve avere diverse doti: forza, coraggio, pazienza e soprattutto tanta salute! I docenti sono, invece, sottoposti quotidianamente ad uno stress psicofisico considerevole e di questo ne risente non solo il sistema nervoso, ma anche gli altri organi vitali. Ecco perché spesso le cronache ci parlano di malattie professionali, includendo in questa casistica l’incidenza sempre maggiore di forme tumorali maligne e di altre patologie che colpiscono organi del corpo umano.

Occorre pensare a politiche adatte a garantire un benessere tra la professione e gli anni di lavoro che restano prima della pensione per cui è necessario abbassare l’età pensionabile.

Mario Bocola

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