Valutazione. Dagli interventi programmatici del MIUR alla Direttiva del Sistema Nazionale di Valutazione

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Angela Fisichella – La C.M. del 21 ottobre ha definito che il tanto atteso, o temuto, Sistema Nazionale di Valutazione partirà a fine ottobre per tutte le istituzioni scolastiche e sarà obbligatorio.

Angela Fisichella – La C.M. del 21 ottobre ha definito che il tanto atteso, o temuto, Sistema Nazionale di Valutazione partirà a fine ottobre per tutte le istituzioni scolastiche e sarà obbligatorio.

Si potrebbe obiettare che siamo già a fine ottobre ma è più opportuno dire che qualcosa slitterà a novembre. Che cosa slitterà esattamente? L'avvio delle attività iniziali previste per mettere a regime un sistema di autovalutazione.

In che cosa consiste la novità se l'autovalutazione nelle scuole si fa da quando queste sono autonome? Nell'obbligatorietà e nel modello di autovalutazione da adottare. Il resto è storia vecchia.

Tutte le novità si affacciano nelle aule scolastiche italiane trascinando con sé lo spauracchio del "cosa c'è sotto". I timori nei confronti delle novità, nel mondo scolastico, sono il frutto delle politiche che si sono succedute e avvicendate con il preciso scopo di recuperare risorse finanziarie anche a discapito di un buon sistema di istruzione.

Negli ultimi decenni la classe docente italiana ha dovuto "arrangiarsi" per offrire un buon servizio senza mai vedersi riconosciuti i meriti di tutto ciò. Nel frattempo i risultati delle rilevazioni nazionali e internazionali hanno messo in luce soltanto gli scarsi apprendimenti degli studenti. Nessuna manovra politica ha tenuto in considerazione i risultati delle rilevazioni, anzi sono stati addossati soltanto alle scuole e alla classe docente e dirigente che si è vista additare anche da mass media disinformati per mancanza di conoscenze nel settore.

Non voglio assumere il ruolo di difensore di una categoria che ha "paura" di farsi valutare, ma non voglio neanche scaricare delle sue responsabilità chi ha deciso di guidare la politica scolastica. E con ciò non intendo il tal ministro o il tal politico, poiché la scuola è stata trascurata da tutti, tranne da chi ci lavora e ci crede e da quelle famiglie che hanno fiducia in essa come valore fondante della società.

La "paura" è e sarà inevitabile finché non ci saranno sufficiente informazione e formazione riguardo alla valutazione di sistema. Per questo ho deciso di andare alla ricerca delle origini della Direttiva per comprenderla meglio.

Il primo documento che mi è capitato di consultare e, a mio avviso, strettamente correlato alla Direttiva è l'Atto di indirizzo del MIUR per l'anno 2014, precisamente la Priorità politica 3 – Sistema di valutazione come strumento di supporto alla gestione delle istituzioni scolastiche. L'Atto, essendo per sua natura un documento redatto all'inizio dell'anno solare dal ministro in carica, è firmato dal ministro Maria Chiara Carrozza e non dall'attuale ministro Giannini e definisce la priorità del sistema di valutazione "inteso non come dare i voti, ma come una necessità dell'istituzione scolastica per verificare gli esiti rispetto agli obiettivi definiti" e prosegue "La valutazione ha il fine di agevolare un processo di auto-miglioramento della qualità dell'apprendimento e della didattica e non di mettere in atto meri processi sanzionatori". Per cui  quanto citato è strettamente legato ai punti a1) e c) della Direttiva. Anzi da essa deriva la stessa Direttiva, quale strumento delle azioni da attuare.

Sia la priorità politica dell'Atto di indirizzo che la Direttiva 11/2014 sono il frutto naturale del DPR 80/2013. A sua volta il DPR 80/2013 è la definizione di un Regolamento sulla valutazione tanto atteso e auspicato dalla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla collaborazione europea per la valutazione della qualità dell'insegnamento scolastico 24/1/2000. I punti della Raccomandazione sono sei e tutti definiscono gli interventi di valutazione con i verbi: sostenere, incoraggiare, favorire. Gli stessi verbi che sono utilizzati dai docenti in quest'autunno in sede di progettazione didattica.

Alla luce di quanto ho letto nella Raccomandazione la "paura" diminuisce per lasciare spazio alla curiosità. Dal 2000 a oggi quanto altro sarà stato realizzato per giungere alla Direttiva 11/2014?
Tante sono state le azioni realizzate, anche con progetti sperimentali già conclusi e in atto.

Malgrado ciò non ho trovato notizie di scuole chiuse o di docenti licenziati a causa delle valutazioni esterne effettuate in seguito all'adesione volontaria a progetti sperimentali (Valutazione e Miglioramento, VSQ, Vales) e non si trova traccia, nel DPR 80/2013 e nella Direttiva 11/2014, dell'intenzione di attuare tali sistemi in futuro poiché è prevista l'azione di "pianificare e realizzare delle azioni di miglioramento".

È evidente, nella Direttiva, la responsabilità attribuita all'Invalsi di gestire le azioni di autovalutazione e valutazione esterna, fornendo il supporto necessario alle scuole. Per questo ritengo che sia ipotizzabile un futuro migliore o in miglioramento per il sistema scolastico italiano.

Link
Atto di indirizzo del MIUR per l'anno 2014  

DPR 80/2013

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