UIL: referendum contro 107 strada incerta e difficile, valuteremo quesito per quesito. Ribadiamo no alla chiamata diretta

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La UIL scuola, riunitasi oggi a Roma per la riunione nazionale dei segretari regionali, ha espresso le proprie posizioni in merito al Referendum contro la legge 107. 

La UIL scuola, riunitasi oggi a Roma per la riunione nazionale dei segretari regionali, ha espresso le proprie posizioni in merito al Referendum contro la legge 107. 

Secondo il sindacato, il referendum è una strada incerta e difficile, tuttavia la UIL non si tirerà indietro e parteciperà alla "battaglia" di democrazia che il referendum stesso rappresenta.

I quesiti referendari, leggiamo ancora  nel comunicato di seguito riportato, saranno valutati nel merito e l'intervento del sindacato sarà indirizzato sui singoli quesiti per favorire l'abrogazione degli aspetti peggiori della 107.

Il comunicato

Il referendum sulla legge 107, necessario  secondo i promotori per abrogare norme sbagliate, è  – secondo il giudizio espresso oggi dalla Uil Scuola riunita a Roma per lariunione nazionale dei segretari regionali – una strada incerta e difficile che accentua lo scontro politico e  rischia di trasformarsi in una  resa dei conti extraparlamentare, per coloro che, nelle aule parlamentari, avrebbero potuto edovuto fare di  più e meglio per impedire l’approvazione di norme sbagliate.

Assunto di  partenza per la Uil Scuola  è la volontà di risolvere i problemi del personale attraverso l’azione sindacale.  Per questo – secondo quanto emerso dal dibattito di oggi – si  valuteranno nel merito i quesiti referendari .  E’ sui singoli quesiti, infatti, che si attiverà l’intervento del sindacato per favorire un esito mirato del referendum abrogativo che è pur sempre un mezzo costituzionale di democrazia partecipativa.

Il  risultato del  referendum – aggiunge la Uil – si pone in un quadro di esiti incerti, se letto nell’ottica della  soluzione dei diritti lesi dei lavoratori.

Sarà comunque un modo per riaccendere un dibattito attenuato dalla campagna di propaganda governativa e per confermare la  fiducia nella ragione e nel buon senso delle persone che saranno chiamate ad esprimere un voto per il futuro del paese.

In questa prospettiva, i quesiti che riguardano i poteri affidati impropriamente ai dirigenti scolastici, la chiamata diretta, lavalutazione dei docenti e dei dirigenti, rappresentano valide ragioni per tentare una strada difficile.

E’ una battaglia cui vogliamo partecipare.  Oltre a firmare per i quesiti del referendum, ci attiveremo per raccogliere nelle scuole tantissime firme. Il risultato dellapetizione rappresenterà il segno dell’opposizione alla legge del Governo sulla scuola.

Il Parlamento per evitare l’esposizione sui quesiti referendari, potrebbe modificare esso stesso le norme sbagliate della 107/2015e (ri)dare voce ai cittadini per aprire un dibattito pubblico sul futuro della scuola pubblica.

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