UDS. Contro l’abbandono scolastico finanziamenti pubblici, non beneficenza dalle fondazioni

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UDS – Apprendiamo a mezzo stampa che a Palazzo Chigi si lavora per approvare giovedì in consiglio dei ministri due disegni di legge collegati alla legge di Stabilità, uno di questi contro la povertà.

UDS – Apprendiamo a mezzo stampa che a Palazzo Chigi si lavora per approvare giovedì in consiglio dei ministri due disegni di legge collegati alla legge di Stabilità, uno di questi contro la povertà. A completamento degli interventi sulla povertà, nelle prossime settimane, verrà firmato un protocollo d’intesa con le fondazioni bancarie e con il Terzo settore per il finanziamento di progetti di contrasto dell’abbandono scolastico e di miglioramento della qualità dell’istruzione nelle situazioni più disagiate.
 
Si va dall’erogazione di sostegni monetari alla messa a disposizione di tutor per gli studenti. Le fondazioni forniranno una dotazione di 150 milioni di euro in tre anni che verranno distribuiti sui progetti selezionati fra quelli presentati da istituzioni scolastiche e locali. Per incentivare il progetto il governo concede un credito d’imposta col quale le fondazioni recupereranno fino a 100 milioni di euro. 
 
"In attesa di conoscere i dettagli del protocollo d'intesa con le Fondazioni bancarie e con il terzo settore, denunciamo i rischi e l'inefficacia di tale soluzione che maschera soltanto una mancanza di volontà nel reperire risorse pubbliche per il diritto allo studio e l'abbattimento dell'abbandono scolastico" – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti – "Secondo le ultime ricerche OCSE nel nostro Paese l'abbandono scolastico si attesta al 17,79%. A fronte di un dato come questo il Governo non può pensare che la soluzione sia la beneficenza e l'impegno filantropico, peraltro spesso orientato da interessi particolari e non da criteri universalistici nell'accesso alle misure. Il problema della dispersione scolastica è strutturale e l'investimento di risorse pubbliche nel diritto allo studio – fuori dalla logica dell'una tantum e della progettualità estemporanea – è l'unico strumento realmente efficace per combatterla. L'abbattimento dell'abbandono scolastico non sembra rientrare tra le priorità del Governo: difatti la maggioranza delle risorse investite proviene da Fondi Europei, aggiuntivi rispetto alle politiche ordinarie".
 
"L'abbandono scolastico si combatte con l'approvazione della legge nazionale sul diritto allo studio, finanziando un fondo perequativo statale per sostenere le regioni più in difficoltà. Servirebbe inoltre promuovere progetti diffusi su tutto il territorio nazionale di orientamento scolastico, in attesa di aprire una seria discussione sulle nuove forme di welfare, come un reddito per i soggetti in formazione, capaci di garantire effettivamente l'autonomia sociale e la libera scelta e proseguimento dei percorsi di studio, sempre più condizionati dal contesto sociale ed economico di partenza" – conclude Lampis – "Infine il Governo ha il dovere di aprire una discussione sull'innalzamento dell'obbligo scolastico. La legge 183/10, ha previsto l’assolvimento dell’obbligo di “anche nei percorsi di apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione” a partire dai 15 anni. Tale disposizione è stata non solo confermata, ma ulteriormente aggravata nei contenuti e nella disciplina normativa, da uno dei decreti applicativi (decreto legislativo 81/15) del Jobs Act, che trasforma gli studenti in veri e propri lavoratori. Purtroppo il Governo, invece di investire sulla formazione, consegna gli studenti nelle mani delle aziende della porta accanto sin dai 15 anni: una soluzione perversa, che nasconde le drammatiche percentuali dell'abbandono. Noi rivendichiamo l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni e una riforma dei cicli, con l'istituzione di un biennio unitario e un triennio specializzante."

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