TFA III ciclo. Bruschi: da avviare subito, serve per concorsi, graduatorie II fascia, scuole paritarie

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Cresce l'attesa per il TFA III, di cui abbiamo fornito i  numeri ma non la data di pubblicazione del bando, nemmeno indicativa, in quanto il Miur non ha lasciato trapelare nulla in proposito. Sappiamo soltanto che ci si sta lavorando.

Cresce l'attesa per il TFA III, di cui abbiamo fornito i  numeri ma non la data di pubblicazione del bando, nemmeno indicativa, in quanto il Miur non ha lasciato trapelare nulla in proposito. Sappiamo soltanto che ci si sta lavorando.

Sulla questione TFA è intervenuto, sul proprio profilo FB, l'ispettore del Miur Max Bruschi, soffermandosi su opprtunità, formule  e tempistiche.

Bruschi inizia il suo intervento criticando l'azione politica che non ha saputo assicurare  (come, invece, avrebbe dovuto) regolarità ai percorsi abilitanti, cosa di non poco conto essendo l'abilitazione necessaria per: partecipare ai concorsi; avere l’accesso dal prossimo aggiornamento alle graduatorie d'Istituto (secondo quanto predisposto dalla legge n.107/2015); avere la possibilità di essere assunti all’estero;  avere la possibilità di essere assunti nelle paritarie.

L'abilitazione, prosegue l'ispettore, oltre ad essere necessaria giuridicamente per quanto detto sopra, lo è anche da un punto di vista pedagogico, secondo quanto dettato dalla letteratura “scientifica”. 

Considerata la normativa vigente e considerato che il nuovo sistema di reclutamento non potrà portare in cattedra i docenti prima del 2019  (vista anche la vigenza delle prossime graduatorie concorsuali), i TFA sono assolutamente necessari nella fase transitoria, per cui la mancata attivazione determinerà tre diverse conseguenze non certo piacevoli:  le graduatorie di III fascia saranno riaperte dai TAR a suon di contenziosi (e di relativi contanti tintinnanti nelle tasche di chi vincerebbe davvero facile) per il principio dell’ “ad impossibilia nemo tenetur”; le paritarie potranno evitare qualsiasi “stretta” sulla qualificazione del loro personale; si alimenterebbe ulteriormente il “mercato estero”.

Oltre alle tre conseguenze suddette, Bruschi ne paventa una quarta, qualora la delega sul nuovo sistema di formazione e reclutamento dovesse saltare (delega che prevede anche la gestione della fase transitoria al nuova sistema) e non si attivassero nel frattempo dei TFA: l'impossibilità di bandire  l'inevitabile concorso 2018/2019 avente come requisito d'accesso il titolo di abilitazione. In tal caso, infatti, tutti i non abilitati avrebbero gioco facile nelle aule di tribunale proprio perché l'amministrazione, non avendo attivato percorsi abilitanti, non potrebbe richiedere come requisito d'accesso il titolo abilitante.

La conclusione dell'Ispettore, al riguardo, è la seguente: o si bandiscono in fretta i percorsi abilitanti o si aboliscano, per la secondaria, da oggi all’istituzione del nuovo sistema, tutte le disposizioni che richiedono l’abilitazione, a partire dalla legge sulla parità scolastica per finire ai commi relativi della 107/2015.

Bruschi termina il suo intervento parlando dei tempi e delle modalità prossimo TFA; quanto ai tempi, afferma che sono molto stretti, affinché i docenti possano far valere il titolo acquisito per il prossimo aggiornamento delle graduatorie d'Istituto, previsto per l'a.s. 2017/18, senza dimenticare la scadenza annuale del 31 luglio per acquisire qualsiasi titolo valido per l’anno scolastico successivo. L?alternativa sarebbe quella di far acquisire un titolo non spendibile nell'immediato.

Le modalità sono invariate, rispetto a quelle dei precedenti TFA: una prova di accesso, un numero di posti autorizzato dal MEF, un percorso di competenza congiunta scuola/università.

L'Ispettore, infine, ribadisce la sua contrarietà alle proposta volte ad abolire il numero chiuso e ad attivare percorsi abilitanti fondati sul servizio.

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