Test di medicina. Nessuno consegue il massimo dei voti. Non passa il test il 30%, a veterinaria 42% di insufficienze
red – Un buon modo per misurare la preparazione dei nostri studenti è seguirne la carriera. In questi giorni sono stati diffusi alcuni dei dati relativi ai test d’ingresso alle Università a numero chiuso, tra cui medicina e veterinaria.
red – Un buon modo per misurare la preparazione dei nostri studenti è seguirne la carriera. In questi giorni sono stati diffusi alcuni dei dati relativi ai test d’ingresso alle Università a numero chiuso, tra cui medicina e veterinaria.
Secondo quanto inviatoci da Skuola.net in un comunicato, il 30% degli aspiranti medici non ha superato il punteggio minimo per l’ingresso. uno su sei ce la farà a iscriversi a medicina e odontoiatria.
Il portale dedicato agli studenti ha analizzato il puteggio dei primi 1000 candidati, ed ha scoperto che il loro punteggio medio è pari a 62/90 ovvero il 70% del punteggio massimo.
I risultati nelle varie materie del test sono, infatti, abbastanza omogenei: in matematica, fisica e chimica i migliori mediamente hanno risposto correttamente a 2 domande su 3, mentre in biologia, logica e cultura generale 3 su 4.
|
Punteggio |
Cultura generale e logica |
Biologia |
Chimica |
Fisica e Matematica |
Media |
62,58 |
31,78 |
15,32 |
7,77 |
7,72 |
Massimo teorico |
90,00 |
45 |
21 |
12 |
12 |
Percentuale sul massimo |
70% |
71% |
73% |
65% |
64% |
Il Sole 24 ore, attraverso uno studio commissionato al Cineca, lancia un allarme "nessuno è riuscito a prendere il punteggio massimo di 90. Il più bravo ha totalizzato 80,9 punti".
Nel complesso, rileva Skuola.net, gli studenti insufficienti sono 20.783, ovvero quelli che non hanno raggiunto il punteggio minimo di 20 punti, sono il 30% del totale dei classificati. Il migliore della classe ha conseguito un punteggio di 80.90 su 90, mentre il peggiore si è portato a casa uno sconfortante -14.50. Infatti il test prevede una penalizzazione per le risposte errate.
Interessante il confronto con gli aspiranti veterinari, che, almeno in termini numerici, escono sconfitti dalla contesa pur essendosi cimentati con un test che sulla carta molto simile. Infatti in quel caso il tasso di insufficienze si è attestato intorno al 42%.