Supplenze brevi tra soluzioni fantasiose dei DS e mancanza di personale

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Meno supplenze brevi sia tra i docenti che tra il personale ATA: è la conseguenza delle leggi di Stabilità e della Buona Scuola.

Meno supplenze brevi sia tra i docenti che tra il personale ATA: è la conseguenza delle leggi di Stabilità e della Buona Scuola.

I presidi non possono nominare bidelli supplenti fino a 7 giorni di assenze dal titolare e non possono nominare docenti il primo giorno di assenza. Se i dirigenti dovessero farlo, dovrebbero rispondere in prima persona in caso di decisione che potrebbe essere giudicata non idonea. 

Molti plessi scolastici hanno un solo bidello a possedere le chiavi di entrata, a sorvegliare i corridoi e gli ingressi: se dovesse ammalarsi, la scuola rischierebbe di rimanere chiusa. 

I presidi cercano di trovare soluzioni al problema in modo anche piuttosto fantasiosi, non senza un qualche rischio a dire il vero: tipo con la "banca del tempo", in pratica i docenti svolgono delle ore di supplenza e, invece di essere pagate come straordinario, verranno restituite come permessi: anticipo di permessi, insomma, non recupero. Inutile dire che questa soluzione non è contemplata dal CCNL. 

Un'altra soluzione è la divisione degli studenti nelle altre classi, attribuendo ai docenti accoglienti la responsabilità di alunni non propri. 

A questo problema si somma anche la mancanza di docenti nelle graduatorie, come ad esempio quelli di sostegno, che a Milano sono diventati introvabili, e di alcune classi di concorso come la 020, discipline meccaniche, che sono carenti ancora al Nord.

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