Stipendio. ANIEF: nella Scuola si stanno facendo le prove generali per rendere le buste paga sempre più ridotte

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ANIEF – Gli stipendi dei dipendenti statali, in primis di Istruzione e Scuola, sono quelli che più hanno risentito negativamente degli interventi di spending review prodotti dai governi degli ultimi anni: sommati al blocco contrattuale, che perdura da sei anni, hanno prodotto delle buste paga in sensibile ritardo rispetto al costo della vita.

ANIEF – Gli stipendi dei dipendenti statali, in primis di Istruzione e Scuola, sono quelli che più hanno risentito negativamente degli interventi di spending review prodotti dai governi degli ultimi anni: sommati al blocco contrattuale, che perdura da sei anni, hanno prodotto delle buste paga in sensibile ritardo rispetto al costo della vita. “Nell'istruzione dal 2010 al 2015, i redditi sono aumentati di 139 euro, passando da 26.039 euro a 26.178 euro (+0,5%); mentre nella sanità l'incremento è stato di 309 euro, cioè da 24.952 euro a 25.261 euro (+1,2%)”, ha scritto Orizzonte Scuola, riprendendo i dati contenuti nelle tabelle dell'Istat sulle retribuzioni lorde contrattuali di cassa per dipendente.

Se si confrontano questi miseri incrementi con quelli degli altri settori, ci si rende conto di quanto si rasenti davvero il fondo. Perché “In cinque anni – scrive sempre la rivista – il reddito dei lavoratori dipendenti in Italia è cresciuto del 7%, passando da 23.807 euro del 2010 a 25.477 euro del 2015 (+1.670 euro). A seconda dei settori d'impiego, però, si registrano notevoli differenze: mentre nelle 'attività manifatturiere' c'è stato un incremento dei 2.766 euro, nella pubblica amministrazione si è verificato un taglio di 240 euro”. Con l’Istruzione sempre fanalino di coda.

“Questi numeri confermano quanto l’Anief sostiene da lungo tempo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ossia che gli incrementi in busta paga dei dipendenti pubblici, soprattutto quelli di chi è contrattualizzato nella Scuola, non hanno coperto nemmeno la metà dell’inflazione. Significa che il nostro Stato non è in grado di tutelare i suoi dipendenti rispetto al progredire del costo della vita. Per questo, Anief ha deciso di programmare una nuova stagione di ricorsi, mettendo a disposizione nuovi modelli di diffida, per recuperare almeno l’indennità di vacanza contrattuale, così come del resto stabilito dalla Consulta la scorsa estate, ma sinora abilmente ignorato da chi ci governa”.
 
In base alla sentenza n. 178 della Corte Costituzionale, che ha stabilito una volta per tutte l’inammissibilità del blocco stipendiale nel pubblico impiego, "il sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’art.39 della Costituzione” non è davvero più tollerabile. Solo ora, si è palesata appieno la natura strutturale della sospensione della contrattazione e può, pertanto, considerarsi verificata la sopravvenuta illegittimità costituzionale, che spiega i suoi effetti a seguito della pubblicazione di questa sentenza”.

Questa sentenza ha, di fatto, bocciato il blocco dei contratti, previsto prima dalla Legge 122/2010 fino al 2012, poi dalla Legge 147/2013 fino al 2014, e ancora dalla Legge 190/2014 sino a tutto il 2015. Peccato che il Governo Renzi abbia stanziato cifre a dir poco ridicole da devolvere allo sblocco dei contratti pubblici. Ciò anche in base al fatto che il decreto legislativo 150/09, ha messo alle spalle l’anzianità di servizio e gli aumenti a pioggia per gli statali, dando spazio agli incentivi legali al merito. Come, del resto, stabilito nella Scuola attraverso la Legge 107/2015. Dimenticando che negli ultimi anni sono stati proprio gli insegnanti a perdere sempre più terreno, al punto di scivolare tra i peggiori pagati nell’area Ocde. Con i neo-assunti a cui, dal 2011, è stato abolito il primo gradino stipendiale, condannandoli in diversi casi ad un decennio di stipendio iniziale fermo.

Trascurando queste premesse, nella Scuola si stanno facendo le prove generali per rendere le buste paga sempre più ridotte. Lo stesso ministro Giannini, nel presentare il decreto di ripartizione dei 200 milioni prevista dalla Buona Scuola per il merito, ora sotto la “lente” della Corte dei Conti, ha detto che il fondo “non potrà essere distribuito a pioggia né dato solo a uno o due docenti”.

“In tale situazione – dice ancora il presidente Anief – il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale diventa decisivo: la sua applicazione, prevista peraltro dalla legge, serve infatti proprio per non far soccombere gli stipendi rispetto al ‘paniere’. In sua assenza, dall’ultimo rapporto semestrale ARAN, l’Agenzia per la Rappresentanza negoziale delle PA, ha infatti concluso che la percentuale di inflazione dal 2008 ad oggi è stata pari al 13,6%, mentre gli aumenti contributivi dei dipendenti pubblici si sono fermati al 9,5%. Gli insegnanti, notoriamente maglia nera della PA, continuano in tal modo a tenere lo stipendio sotto i 30mila euro lordi annui”. 

“Con la Legge di Stabilità 2016 che ha investito appena cinque euro di aumento a lavoratore. Eppure, l’articolo 2, comma 35, della legge n. 203/2008, dalla legge finanziaria 2009 e anche le disposizioni previste dal Decreto Legislativo 150/2009, dicevano tutt’altro. Anche la Corte Costituzionale, nel 2015, ha detto che così non può andare. ll nostro sindacato ha calcolato che per recuperare il terreno perduto occorre restituire ai nostri docenti una media di 70 euro mensili. Pari a circa 850 euro annui”, ha concluso Pacifico.

Alla luce di tutto questo, Anief ha preparato un apposito ricorso, al fine di allineare lo stipendio almeno ai livelli del costo della vita, recuperano le somme non assegnate negli ultimi sei anni e che comporterebbero un incremento pari a circa il 10% dello stipendio: per gli interessati è stata predisposta un’apposita sezione informativa e di adesioni. In assenza di norme che tutelano i lavoratori, Anief-Confedir ha quindi promosso anche appositi ricorsi per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale, per il recupero del primo gradone stipendiale sottratto a tutti i neo-assunti a partire dal 2011 e per il recupero di tutti gli anni di precariato nella ricostruzione di carriera del personale assunto.
 

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