Gli stipendi dei supplenti precari del Rosmini di Grosseto saranno finanziati dalla Regione Toscana

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Red – Stella Targetti, presidente della regione Toscana, ha deciso di finanziare con un prestito il liceo linguistico Rosmini di Grosseto perché possa pagare anche gli altri 6 supplenti, rimasti fuori dal sorteggio per il pagamento degli stipendi.

Red – Stella Targetti, presidente della regione Toscana, ha deciso di finanziare con un prestito il liceo linguistico Rosmini di Grosseto perché possa pagare anche gli altri 6 supplenti, rimasti fuori dal sorteggio per il pagamento degli stipendi.

Questi soldi li anticipiamo noi. Come Regione Toscana, lunedì, troveremo il modo per fare un prestito al liceo Rosmini di Grosseto. Sappiamo bene – spiega – che le piaghe della scuola italiana sono molte e non riguardano solo il ritardo nel pagamento dei supplenti. Ma si tratta di un gesto simbolico, difficilmente ripetibile, che non potevamo non fare, perchè vogliamo essere vicini a tutti coloro che in questo momento non ricevono uno stipendio".
 
Così, per supplire a questa difficoltà ministeriale, gli uffici della Regione metteranno a disposizione della segreteria della scuola la cifra necessaria per pagare gli stipendi a tutti i supplenti. "Un preciso segnale politico – conclude Targetti – che come Regione Toscana sentiamo il dovere di lanciare".
 
Anche Leonardo Marras, presidente della provincia di Grosseto, ha commentato i fatti avvenuti all’istituto Rosmini:"
 
"Da amministratore pubblico, da cittadino e da genitore provo una frustrazione profonda nel constatare la scandalosa situazione nella quale si sono trovati loro malgrado la preside, gli insegnanti e gli Ata dell’istituto Rosmini di Grosseto. Persone alle quali va la mia incondizionata solidarietà e comprensione Le scelte del governo Monti e del Miur, che si sono accodate a quelle già di per sè catastrofiche del governo Berlusconi – dice Marras -, sono alla base di una situazione che non è più sostenibile e che reclama un cambio di passo deciso, a Roma come a Bruxelles. Un Paese come il nostro, infatti, non può più continuare a permettersi debacle di questo tipo, tanto più in un settore delicato e strategico come quello della pubblica istruzione. Al quale è affidato il futuro della nostra comunità nazionale. Quello che è avvenuto al Rosmini, e che si sta replicando in tante altre scuole d’Italia, d’altra parte, è uno dei molteplici sintomi di malessere della Pubblica amministrazione nel suo complesso, che è passata dallo stato di macchina inefficiente ad abbandonata a sè stessa. Le difficoltà enormi delle Autonomie locali a garantire servizi minimi ai cittadini, ma non è l’unico esempio calzante, sono l’altra faccia di questa poco gloriosa medaglia. Dicono che bisogna toccare il fondo per poter iniziare a risalire. Ecco – conclude Marras -, con questa vicenda devo dire che il fondo del barile è stato raschiato".
 
Si aggiunge all’indignazione in una nota il parlamentare del Pd Luca Sani.
 
"Ridursi a dover estrarre a sorte i nomi dei precari temporanei per capire chi potrà ricevere lo stipendio, è una pratica umiliante per la scuola pubblica che fa capire senza possibilità di fraintendimenti fino a che punto siamo arrivati sull’orlo del baratro. Nei mesi scorsi – aggiunge -, come Partito democratico avevamo più volte messo in guardia il Governo sui rischi di affrontare la riorganizzazione del sistema dell’istruzione esclusivamente con la logica dei tagli lineari. Oggi ci troviamo a dover subire impotenti l’umiliazione di dirigente scolastico, insegnanti e Ata precari del Rosmini, in conseguenza dell’ennesima scelta sbagliata compiuta autonomamente dal Governo. Lunedì prossimo, presenterò subito un’interrogazione urgente per capire bene come possa essersi verificata una cosa tanto abnorme, peraltro come in altri casi in Italia. E’ evidente, tuttavia, che il problema va risolto alla radice, cambiando impostazione alle manovre di contenimento della spesa pubblica, e soprattutto rinegoziando in modo drastico le politiche europee basate esclusivamente sul rigore finanziario che invece di guarire, sta lentamente uccidendo il ‘paziente’."

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