Sostegno. In Italia, risorse per alunni disabili inadeguate. Solo il 17% trova lavoro

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red – A dirlo è il CENSIS che ha presentato i risultati della ricerca «I bisogni ignorati delle persone con disabilità» realizzata nell’ambito del progetto pluriennale «Centralità della persona e della famiglia: realtà o obiettivo da raggiungere?» in collaborazione con la Fondazione Cesare Serono

red – A dirlo è il CENSIS che ha presentato i risultati della ricerca «I bisogni ignorati delle persone con disabilità» realizzata nell’ambito del progetto pluriennale «Centralità della persona e della famiglia: realtà o obiettivo da raggiungere?» in collaborazione con la Fondazione Cesare Serono

Se da un lato, il modello italiano, che tutte le scuole pubbliche e private ad accettare l’iscrizione degli alunni con disabilità, rappresenta un’eccellenza, dall’altro, il CENSIS, evidenzi a una inadeguatezza delle risorse dedicate alle attività di sostegno e di integrazione degli alunni stessi.

"Nell’anno scolastico 2010-2011 – scrvono dal CENSIS – circa il 10% delle famiglie degli alunni con disabilità ha presentato un ricorso al Tribunale civile o al Tribunale amministrativo regionale per ottenere un aumento delle ore di sostegno".

Non va meglio per quanto riguarda l’inserimento al lavoro delle persone diversamente abili.

Lo studio prende in esame la situazione francese, dove il 35% dei diversamente abili riesce a trovre lavoro tra i 45 e i 60 anni. Una cifra che distanzia di numerose lunghezza quella italiana che arriva ad un 17% per la stessa fascia di età, mentre sale di qualcosa, 18,4% per la fascia che va dai 15 ai 44 anni.

Analizzando i casi particolari: meno di una persona Down su 3 lavora dopo i 24 anni, e il dato scende al 10% tra gli autistici con più di 20 anni. Meno della metà delle persone con sclerosi multipla tra i 45 e i 54 anni è occupata, a fronte del 12,9% di disoccupati e del 23,5% di pensionati.

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