Sostegno. ANFASS: non basta assumere insegnanti, bisogna puntare sulla formazione e appositi ruoli. Appoggio alla FISH

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Anffas Onlus continua a ricevere richieste di aiuto e di informazioni su problemi più diversi, con situazioni di gravità non indifferente: dalla mancata continuità didattica, alla mancata assistenza igienica e specialistica, fino agli immancabili problemi con l’assegnazione delle ore di sostegno.

Anffas Onlus continua a ricevere richieste di aiuto e di informazioni su problemi più diversi, con situazioni di gravità non indifferente: dalla mancata continuità didattica, alla mancata assistenza igienica e specialistica, fino agli immancabili problemi con l’assegnazione delle ore di sostegno.

Ametà settembre di quest’anno il Miur comunicava di avere 90.034 insegnanti di sostegno stabilizzati, altri 25.000 assegnati in deroga ed ancora altri 6.446 posti di sostegno da assegnare per il potenziamento dell’organico sul sostegno previsto dalla ridetta riforma.

La conclusione – per ANFASS Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale – è che non ci si possa più limitare ad aumentare gli insegnanti di sostegno, ma occorre anche ripensare ed investire in maniera determinata sulla formazione, assicurando loro la possibilità di acquisire puntuali competenze per poter svolgere, in aula, come docenti il delicato ruolo di facilitatori nelle dinamiche didattiche all’interno del contesto classe, lavorando in team con gli insegnanti curriculari e le altre figure di supporto all’alunno con disabilità, che, d’altra parte, devono vedere anch’esse innalzate le proprie competenze per poter essere nelle condizioni di lavorare in sinergia con l’insegnante di sostegno.

Pertanto, Anffas Onlus prosegue con il suo sostegno deciso alla proposta di legge Fish*-Fand (a.c. 2444) sul miglioramento dell'inclusione scolastica (quasi del tutto ripresa nelle prime bozze del decreto delegato della “Buona scuola” sull’inclusione degli alunni con disabilità), che prevede, oltre quanto sopra detto circa la formazione ed i compiti degli insegnanti per il sostegno ed i curriculari, anche interventi volti a favorire una presa in carico degli alunni che parta dal loro profilo di funzionamento (e non dal deficit o dalla sola diagnosi medica) per individuare gli opportuni assi di interventi personalizzati, le indicazioni per la continuità didattica, creando degli appositi ruoli dei docenti per il sostegno, l’obbligo di riduzione del numero di alunni per classe e del numero di alunni con disabilità nella stessa classe, la formazione obbligatoria in servizio, oltre che iniziale, di tutti i docenti sulle didattiche inclusive, gli indicatori di verifica della qualità dell’inclusione.

"Dispiace vedere la persistenza di conflitti interni agli ambienti scolastici – dichiara ANFASS in un comunicato – commenti poco proficui per il lavoro che si sta cercando di portare avanti provenienti da persone, a volte anche gli stessi docenti, che purtroppo dimostrano di non avere una adeguata informazione o di avere una poco approfondita conoscenza dell’argomento o peggio che tendono a basarsi su posizioni preconcette o tese solo a difendere interessi altri rispetto a quelli degli alunni e studenti con disabilità, tanto da arrivare addirittura a dichiarare erroneamente che si stia creando una figura di docente di sostegno “medico” o di “tutor”, che si occuperà solo, e da solo, dell’alunno con disabilità, laddove, come detto, ben altre sono le intenzioni e le mirate azioni che si stanno costruendo.

Il comunicato ANFASS conclude: “Ricordiamo ancora una volta che l’inclusione scolastica non è importante solo per gli alunni con disabilità e le loro famiglie ma è importante per tutti, perché la costruzione di una comunità che non discrimina parte soprattutto dai giovani, dai bambini, dai ragazzi: il futuro di una società inclusiva e non discriminante inizia quindi anche da qui”.

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