Scuole “no gender”. Alleanza parentale, una scuola in Toscana senza temi gender nei programmi

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In Toscana nasce la scuola secondo natura, cioè senza derive 'gender': 10 alunni, maschi e femmine, avranno una sola maestra, andranno a lezione solo al mattino, pochi libri e niente compiti a casa, a fine anno esame da privatista. Non ci sono temi 'gender' nei programmi della scuola.

In Toscana nasce la scuola secondo natura, cioè senza derive 'gender': 10 alunni, maschi e femmine, avranno una sola maestra, andranno a lezione solo al mattino, pochi libri e niente compiti a casa, a fine anno esame da privatista. Non ci sono temi 'gender' nei programmi della scuola.

 "E' solo un aspetto, non è l'unico, anche se capisco che possa colpire", spiega don Stefano Bimbi, parroco di Staggia (Siena) a La Repubblica.

Al sacerdote una trentina di famiglie ha chiesto di organizzare una delle prime scuole di 'Alleanza parentale' in Italia, sia elementari che medie. "I bambini maschi – riferisce don Bimbi – non saranno obbligati a vestirsi da femmine o addirittura a mettere il rossetto in terribili giochi 'gender' in cui alunni sarebbero stati maltrattati come sarebbe successo di recente in una scuola del Nord". "La nostra – illustra sempre il progetto – sarà una scuola dove non confonderemo gli alunni sulla loro identità sessuale, che è quella data per natura: chi nasce maschio è tale, e così chi nasce femmina. E così cresceranno, senza forzature. Il sesso non si sceglie, è quello avuto dalla natura".

 Dunque, tutti d'accordo? "Sì, non ho segnali contrari – dice don Bimbi – Noi al momento abbiamo iscritti una trentina di studenti su due classi di elementari e due di medie per l'anno scolastico 2015-2016. Altre esperienze a Padova, Schio (Vicenza), Bari, Brescia, Monza, Bergamo, Verona". 

Proprio in Veneto si registra il primo stop: è il 'no' arrivato dalla curia di Padova alle scuole anti-gender. Ma non sembra un ostacolo pratico a sentire il parroco di Staggia. Spiega ancora don Bimbi: "Per la scuola di alleanza parentale non serve né l'autorizzazione dello Stato, né della curia. Sono i genitori che autogestiscono la scuola per esercitare il loro diritto e dovere di educare i figli, ritenendo non delegabile ad altri la funzione educativa che la Costituzione affida loro. E gli alunni per il riconoscimento del titolo di studio a fine anno scolastico sosterranno esami da privatisti". "Una scuola aperta a tutti", comunque, "anche ai non cattolici", aggiunge il parroco di Staggia, ricordando che serviranno pochi soldi di contributo "grazie all'autogestione dei genitori, al volontariato degli insegnanti e alle sale gratuitamente messe a disposizione dalla parrocchia". "Una scuola che funziona perché avrà numeri piccoli", dice il parroco. 

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