Scuola e bocciature. Il TAR promuove alunne più volte non ammesse alla classe successiva: per la scuola “è più facile bocciare”

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Una bambina di prima elementare, iscritta in una scuola primaria calabrese, non è stata ammessa alla seconda elementare per la seconda volta.

Una bambina di prima elementare, iscritta in una scuola primaria calabrese, non è stata ammessa alla seconda elementare per la seconda volta.

Il Tar di Catanzaro, a cui si è rivolta la madre della bambina, accoglie il ricorso del genitore, che sosteneva che “la scuola non ha posto in essere alcuna attività di recupero e assistenza per la minore”. Il Tar ha sancito il principio secondo cui “nella scuola primaria, i docenti, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”.

La scuola, difesa dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, non ha dimostrato quali siano le comprovate ragioni che hanno posto alla base del provvedimento di non ammissione, anche perché “da un attento esame della documentazione cartacea inviata dalla scuola al genitore (pagelle, verbali, registri) è risultato che la bambina non aveva problemi di didattica ma era considerata la ripetente e un problema per i genitori degli altri alunni”.

Nella discussione dinanzi al Tar è stato sostenuto che la prima elementare è una classe non di didattica ma è un ponte tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e quindi non è possibile bocciare addirittura 2 volte un alunno. La bambina, tra l’altro, non presenta situazioni di handicap ma è solo un po’ vivace e “purtroppo bocciare è la soluzione più facile”.

In attesa della trattazione della causa in pubblica udienza, fissata al 10 luglio 2015, il Tar ha disposto che la bimba frequenti la seconda classe della scuola primaria.

Il Tar Calabria lo scorso 12 settembre si è pronunciato sul ricorso presentato dalla madre di una ragazzina bocciata per la terza volta in prima media.

Il Tar ha ammesso l’alunna alla seconda media, affermando che la scuola non ha fatto nulla per sostenere e aiutare la minore. Il Tribunale amministrativo regionale ha ritenuto che anche in questo caso bocciare è la soluzione “più facile” ma occorre invece che la scuola utilizzi tutti gli strumenti che ha a disposizione per aiutare il minore.

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