Rondolino su mobilità: se gli insegnanti del Sud urlassero in Italiano capiremmo che vogliono

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Ieri a Napoli momenti di tensione durante la manifestazione dei docenti che chiedevano trasparenza sulle operazioni di mobilità.

Ieri a Napoli momenti di tensione durante la manifestazione dei docenti che chiedevano trasparenza sulle operazioni di mobilità.

Ricordiamo che sono scesi in piazza migliaia di colleghi che si sono visti sballottati fuori provincia senza conoscere il meccanismo dell'algoritmo che ha gestito il sistema informatico relativo ai trasferimenti.

Sull'argomento è intervenuto un editorialista dell'Unità, Rondolino, che così ha commentato i fatti, con tre lapidari post:

"I precari assunti senza concorso che non vogliono lasciare il quartiere possono sempre dimettersi, o il governo li obbliga al posto fisso?"

"Se gli insegnanti del Sud che urlano in tv conoscessero l'italiano, almeno capiremmo che vogliono".

Inoltre, ha anche scritto un post sul proprio blog ospitato su WordPress.com con il quale paragona i docenti ai "milioni" di donne e uomini che stipati in barconi raggiungono l'Europa. Affermando che "per i nostri insegnanti precari essere assunti a tempo indeterminato – cioè avere tredici stipendi all’anno per quattro ore di lavoro al giorno, tre mesi di vacanza, l’assistenza sanitaria, la pensione e il diritto a non essere licenziati – e doversi spostare da casa è un’offesa, un affronto, addirittura (mi vergogno a scriverlo) una “deportazione”." Qui il post

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