Riforma scuola. Pantaleo: soluzione per TFA e PAS. No abolizione scatti anzianità.”Finanziamenti privati USA modello fallimentare”

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La Cgil promette battaglia dopo le dichiarazioni del Ministro Giannini: “Se non dovesse ascoltare quello che i sindacati hanno da dire sulla Riforma, scenderemo tutti in piazza per far sentire la nostra voce.

La Cgil promette battaglia dopo le dichiarazioni del Ministro Giannini: “Se non dovesse ascoltare quello che i sindacati hanno da dire sulla Riforma, scenderemo tutti in piazza per far sentire la nostra voce.

L’ingresso dei privati nella scuola è solo una parte di un piano contraddittorio, che va rivisto e modificato” ha dichiarato Domenico Pantaleo, Segretario Generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil. E ha chiarito in un’intervista i punti deboli del testo della Riforma Renzi.

Che ne pensa della proposta di far intervenire i privati nel sistema scolastico?

Si vuole in questo modo introdurre nel sistema scolastico italiano un modello competitivo di tipo americano, senza fare i conti col fatto che negli Stati Uniti si sta rivedendo questo tipo di metodo fallimentare. Rischiamo, sempre che i privati abbiano effettivamente la volontà di investire nella scuola, di perdere la peculiarità di scuola della Repubblica. Questa Riforma propone un modello secondo cui sarebbero le aziende a determinare l’andamento della scuola e dunque l’apprendimento dei giovani diventerebbe finalizzato alle esigenze del mercato. Uno dei punti sui quali continueremo a opporci è proprio questo: la scuola non deve essere soltanto uno strumento di lavoro, ma dare agli allievi la capacità di essere inclusi in un Paese democratico, senza sottostare alla logica di un sistema scolastico di tipo utilitaristico.

Si parla di Social Impact Bonds, School Bonus, School Guarantee e Crowdfunding. Sono strumenti applicabili concretamente?

Siamo del tutto contrari, in quanto tutti questi meccanismi tendono a piegare la scuola alla logica del mercato. Bisogna sottolineare innanzitutto che non esiste una riga all’interno del testo in cui si parla di diritto allo studio per tutti. Si propone invece una radicale sostituzione del privato a scapito del pubblico. Bisogna ricordarsi, però, che l’impresa ragiona sul breve periodo, la scuola no. Non è detto peraltro che i privati decidano di investire nella scuola e anzi è poco plausibile, dato che già in Italia le aziende non erogano fondi a favore di progetti ricerca e innovazione.

Esistono aspetti positivi?

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Sicuramente c’è un’idea di base giusta, ma bisogna che vengano spiegate alcune cose. Prima di tutto occorre fare il punto sulle risorse disponibili e in secondo luogo trovare delle soluzioni a coloro che hanno frequentato TFA e PAS. Uno dei punti più qualificanti della Riforma è la tendenza a dare regole nuove e maggiore stabilità a un sistema attualmente farraginoso di reclutamento.

E sul superamento degli scatti di anzianità?

Non siamo d’accordo a eliminarli del tutto. Si tratta di un metodo improponibile, perché nel momento in cui si va a premiare solo il 66% si rischia comunque di escludere una parte di docenti capaci. La nostra proposta è quella di mantenere gli scatti di anzianità e poi, in quest’ambito, proporre un meccanismo trasparente di crediti.

Pensa che il sistema meritocratico delle linee guida rappresenti in realtà un taglio degli stipendi?

Al momento l’impressione è che si stia cercando soltanto di prendere tempo, proponendo una questione come quella della meritocrazia che è del tutto errata. La scuola non funziona nel momento in cui perde il lavoro di cooperazione tra insegnanti, personale Ata e territorio. Al di là della questione economica sul taglio degli stipendi, si innesta un’idea di valorizzazione del docente basata sulla competizione individuale. Questa figura si discosta nettamente da quella del docente, che non dovrebbe lavorare singolarmente ma essere parte di un insieme complesso.

Quali sono le vostre proposte?

Innanzitutto bisogna pensare a un’effettiva valorizzazione del personale scolastico e, purtroppo, su questo punto nel nostro Paese siamo parecchio indietro. Renzi propone un modello futuribile, mentre a pochi giorni dall’inizio della scuola i problemi contingenti non vengono affrontati:  i contratti pubblici sono bloccati, le classi sono sovraffollate e mancano insegnanti di sostegno adeguati, senza contare il fatto che le singole scuole chiedono soldi alle famiglie per la carta igienica e le fotocopie.

La Cgil insieme a tutti i sindacati si batterà molto su tutti questi punti e se il Ministro Giannini, così come ha dichiarato, non riterrà utile ascoltarci, siamo pronti a scendere in piazza per far sentire la nostra voce.

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