Riforma scuola. Di Meglio: “scatti stipendiali solo a 2/3 dei docenti, sistema fantasioso”. Consultazioni saranno finzione

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Rino Di Meglio esprime perplessità sui contenuti della Riforma della scuola proposta da Renzi: “Non è facile digerire centoquaranta pagine di progetto, che sicuramente necessita di dovuti approfondimenti, ma una cosa è certa: la questione sugli scatti di merito ai 2/3 degli insegnanti è un sistema molto fantasioso e del tutto inefficace."

Rino Di Meglio esprime perplessità sui contenuti della Riforma della scuola proposta da Renzi: “Non è facile digerire centoquaranta pagine di progetto, che sicuramente necessita di dovuti approfondimenti, ma una cosa è certa: la questione sugli scatti di merito ai 2/3 degli insegnanti è un sistema molto fantasioso e del tutto inefficace."

Qual è il parere del Sindacato sulla nuova Riforma?

Il nodo principale riguarda una questione di metodo. Il Governo attuale continua a operare su importanti questioni contrattuali senza stare a sentire il parere dei sindacati. È vero che a ognuno spetta il proprio compito: i sindacati non devono sostituirsi al Governo, ma nessuno in passato ha operato in questo modo. Stiamo assistendo a una sorta di ‘assemblealismo telematico internettiano’, che non permette una comunicazione corretta. Secondo questa modalità si finge soltanto di ascoltare le proposte di tutti, per poi in realtà decidere ciò che si vuole.

A proposito di questo, che ne pensa del fatto che i sindacati non verranno sentiti separatamente, ma al pari di tutti i cittadini potranno presentare le loro proposte?

Esiste un ordinamento dello Stato, che conferisce a tutti i cittadini il diritto di associarsi e presentare proposte al Governo ed è giusto che sia così. D’altro canto, ascoltare il parere dei sindacati su una Riforma così importante è un sistema da sempre utilizzato da parte di tutti i governi che si sono succeduti negli anni, senza distinzione di colore. Quello che sta avvenendo in questo momento nel nostro Paese non si era mai verificato prima d’ora.

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Ci chiarisce la Sua posizione sull’aumento di stipendio solo per il 66% dei docenti, che saranno valutati sulla base del merito?

Nei Paesi europei più avanzati rispetto al nostro sono previsti riconoscimenti di merito con gli scatti di anzianità. La questione degli scatti concessi soltanto ai 2/3 è un sistema fantasioso e inefficace. Per poter operare un sistema di valutazione adeguato bisogna innanzitutto costituire commissioni di insegnanti esperti. Ovviamente questo tipo di valutazione comporterebbe dei costi molto alti e anche dei tempi adeguati per la messa in pratica. Nel resto d’Europa esiste la figura dell’ispettore didattico, preparato nella materia da valutare; In Italia non c’è ancora questo tipo di struttura e il Presidente del Consiglio non può fare miracoli e creare dal nulla un meccanismo estremamente articolato.

Che ne pensa della figura del docente Mentor, che seguirà la valutazione e coordinerà le attività dei colleghi?

Prima di tutto bisognerebbe definire in maniera specifica il merito di un insegnante. I presidi che abbiamo oggi non sono preparati dal punto di vista didattico. Per poter valutare l’insegnante c’è bisogno di un esperto, che al momento nella scuola italiana non abbiamo. Oggi lo stesso dirigente di una scuola non ha necessariamente una conoscenza specifica dell’Istituto che gli viene affidato. Io ritengo che il Preside debba essere un insegnante più anziano, che si occupa della gestione e non un manager senza effettiva esperienza. Siamo naturalmente pronti ad ammettere i nostri eventuali errori riguardo queste valutazioni, che riflettono le nostre impressioni a caldo sulla Riforma. Sicuramente non è facile digerire centoquaranta pagine di progetto e man mano ne approfondiremo gli aspetti. L’importante è che da parte del Governo ci sia concretezza e non soltanto idee che difficilmente si possano trasformare in fatti.

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