Riforma scuola. Cosa hanno contestato i precari alla festa dell’Unità di Milano

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Riceviamo e pubblichiamo tuti i punti cotestati dai precari della scuola che Sabato sono intervenuti a Sesto San Giovanni in occasione della festa dell’Unità di Milano. Intervento che ha suscitato molte polemiche, fino alla sospensione dei lavori del dibattito sulla riforma.

Riceviamo e pubblichiamo tuti i punti cotestati dai precari della scuola che Sabato sono intervenuti a Sesto San Giovanni in occasione della festa dell’Unità di Milano. Intervento che ha suscitato molte polemiche, fino alla sospensione dei lavori del dibattito sulla riforma.

Riportiamo nodi degli interventi. Tra le questioni sollevate:

L’esclusione di almeno 70.000 insegnanti abilitati (tra PAS e TFA) dal piano di assunzioni previsto da #labuonascuola; insegnanti che, con la concomitante eliminazione delle supplenze, rischiano di non lavorare per i prossimi anni.

Soprattutto segnaliamo il caso degli insegnanti abilitati tramite il TFA (tirocinio formativo attivo, I ciclo), i più strettamente selezionati e, paradossalmente, i più discriminati dal Progetto di riforma:

  • gli abilitati TFA, con un’età media di 37 anni (dati forniti da CINECA), sono stati selezionati sul merito in base al fabbisogno regionale su posti da pensionamento (art. 5 DM 249/2010) con superamento di 3 prove selettive, di cui una a livello nazionale (come mai avvenuto per le abilitazioni Ssis); hanno seguito un percorso teorico-pratico per un anno (con esami/tirocinio pratico/tesina); sono stati abilitati con esame di stato finale.
  • agli 11mila abilitati TFA non vengono aperte le Graduatorie ad Esaurimento (GAE), da cui saranno attinti il 90% dei nuovi immessi in ruolo, GAE che sono state aperte già ai “congelati ssis” abilitati attraverso il medesimo percorso TFA, a cui tra l’altro hanno avuto accesso senza aver sostenuto le stesse prove selettive, in primis quella nazionale.

La questione delle classi di concorso senza GAE, quali lingua e civiltà straniera cinese, giapponese ed arabo, in cui non vi è una concorrenza tra diversi tipi di abilitazione (SSIS, PAS e TFA) ed i cui numeri delle cattedre non appartengono al turnover di posti resi disponibili con i pensionamenti.

La questione dell’organico funzionale:

  • Nell’ambito della valorizzazione delle competenze trasversali degli insegnanti, di per sé interessante, non appaiono chiari i criteri attraverso i quali tali competenze siano valutate e valorizzate;
  • L’assenza di criteri chiari a proposito porterebbe all’attribuzione di ruoli importanti a persone che non hanno le competenze specifiche per poterli ricoprire: il caso dell’insegnamento dell’italiano L2 (lingua seconda) e facilitazione linguistica ad alunni stranieri, che meriterebbe una classe di concorso specifica, dato che in Italia esistono professionisti qualificati e formati che molto avrebbero da dare anche ai docenti curricolari, e che invece è (e verrà?) spesso affidato a personale non specificamente formato.
  • La possibilità di affidare agli insegnanti docenze in classi di concorso affini alla propria, sottovalutando così l’importanza di competenze e preparazione specifiche di ciascuna materia (e.g. italiano e filosofia possono apparire affini, ma per insegnarle bene ciascuna richiede una preparazione specifica).

Riforma. Precari contestano alla festa dell’Unità a Milano. Cosa è successo? Il video

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