Riforma. La regione Veneto ricorre contro la Buona Scuola, la Lombardia ci riflette, la Liguria respinge la mozione del M5S

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Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione e alla formazione, accoglie favorevolmente la decisione di impugnare la legge 107 adottata oggi dalla Giunta regionale.

Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione e alla formazione, accoglie favorevolmente la decisione di impugnare la legge 107 adottata oggi dalla Giunta regionale.

Secondo la Donazzan la riforma Renzi  rappresenta l'esatto contrario di quell'autonomia e di quel federalismo che la Costituzione riconosce alle Regioni

"Una decisione che io stessa ho sollecitato sin dal giorno dell'approvazione della riforma – ricorda Donazzan – perché la legge Renzi-Giannini cancella le graduatorie di immissione in ruolo su base territoriale, toglie autonomia organizzativa alla formazione professionale ed espropria le Regioni delle competenze garantite dall'articolo 116 della Costituzione. 

L'assessore ricorda che il Veneto è tra le regioni che più spendono, al posto dello Stato, per garantire scuola e formazione ai propri residenti: 84 milioni l'anno nella formazione professionale per garantire a 20 mila giovani l'assolvimento dell'obbligo scolastico e l'accesso al mondo del lavoro, 20 milioni l'anno per le scuole d'infanzia paritarie, frequentate da due terzi dei bambini veneti tra i 2 e i 6 anni, 1,8 milioni di euro per finanziare l'alternanza scuola-lavoro e oltre 10 milioni di euro per rafforzare le conoscenze linguistiche degli studenti delle superiori. 

Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale Pd commenta il respingimento del Consiglio regionale della Puglia della mozione M5S contro la riforma.
"Mentre Luca Zaia ricorre per l'incostituzionalità della legge 107 di riforma del sistema di istruzione e formazione, il Consiglio Regionale della Liguria respinge la mozione del M5s che proponeva di fare altrettanto. Capisco che per il presidente del Veneto un investimento di 4 miliardi di euro e un piano di assunzioni di 160.000 docenti possa sembrare una cosa strana, visto che quando era al governo del Paese ha contribuito a tagliare 8 miliardi di euro e 125.000 posti di lavoro, ma si può fare". 

I parlamentari del M5s, che definiscono la riforma della scuola una "schiforma" con "profili di incostituzionalità" hanno lanciato un appello ai Presidenti delle Regioni perché approvino la mozione del M5s e ricorrano alla Corte costituzionale contro la "Buona scuola".

"Il M5s è riuscito a far approvare in tre Regioni, Veneto, Puglia e Lombardia, questa mozione – ha affermato Alessandro Di Battista – il Governatore Zaia ha detto che farà ricorso, invitiamo Emiliano e Maroni a fare altrettanto entro il 13 settembre e invitiamo le altre regioni ad approvare la mozione perché il ricorso sia condiviso".

Quello ottenuto attraverso le mozioni, secondo Di Battista, "è un ottimo risultato. La riforma dalla buona scuola" con le contestazioni "è stato il primo grande momento di crisi del governo Renzi". 

Tra i profili di incostituzionalità,ha affermato la senatrice Michela Montevecchi, ci sono la "chiamata diretta dei docenti da parte del preside, il ricorso allo strumento delle delega in materie di competenze legislative concorrenti tra Stato e Regioni, l'obbligatorietà dell'alternanza scuola lavoro che lede il diritto allo studio".

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