Riforma reclutamento e carriera. Legge delega: ANIEF: “svilisce dibattito parlamentare”, FLCGIL: “no ai colpi di mano”. Vi anticipiamo il testo discusso dal Governo

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red – Dopo l’anticipazione di OrizzonteScuola.it sulla delega al Governo per intervenire d’urgenza su alcune materie cruciali riguardanti la scuola (reclutamento, semplificazione normativa, organi collegiali, stato giuridico e trattamento economico), a rompere l’imbarazzante silenzio dei sindacati l’ANIEF e la FLCGIL. 
Legge delega, Gilda: "Governo chiarisca"

red – Dopo l’anticipazione di OrizzonteScuola.it sulla delega al Governo per intervenire d’urgenza su alcune materie cruciali riguardanti la scuola (reclutamento, semplificazione normativa, organi collegiali, stato giuridico e trattamento economico), a rompere l’imbarazzante silenzio dei sindacati l’ANIEF e la FLCGIL. 
Legge delega, Gilda: "Governo chiarisca"

Tutto passerà in sordina, delegato al Governo. Parliamo di argomenti cruciali a partire dal reclutamento docenti che potranno essere affrontati dal Governo aggirando la contrattazione e il dibattito parlamentare. Insomma, una riforma imposta dall’alto.

I primi due sindacati ad affrontare la questione sono la FLCGIL e l’ANIEF.

Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, "la contrarietà è già nel metodo perché lo strumento della legge-delega su una riforma epocale del settore della conoscenza svilisce il dibattito parlamentare e non parte da un profondo ascolto dei protagonisti".

Per Anief-Confedir non si parla soltanto di semplificare o di adeguare la normativa italiana alla giurisprudenza comunitaria "magari – dice Pacifico – ma di riscrivere un nuovo testo unico attraverso diversi decreti legislativi, che declassa gli organi collegiali, interviene illegittimamente su stato giuridico e trattamento economico del personale, riscrive le regole per l’accesso alla docenza con l’introduzione del corso-concorso beffa nelle scuole, riduce il numero di ricercatori, assegnisti di ricerca e il numero dei partecipanti alle abilitazioni scientifiche nazionali i cui criteri di selezione e valutazione saranno riformulati".

"Certo – conclude – che se veramente fosse adeguata la normativa scolastica italiana a quella europea si risolverebbero i problemi del precariato, della sicurezza, delle classi-pollaio, dei congedi parlamenti, del diverso trattamento dei supplenti, ma dubito che così accada. Di contro, all’articolo 1, comma 1 una serie di lettere esplicitano i campi di intervento su cui il Governo chiede carta bianca e che potrebbero sconvolgere la vita di un milione di dirigenti, insegnanti e ata nelle scuole e di migliaia di aspiranti alla ricerca."

Non è certo tenero il commento della FLCGIL, per voce di Domenico Pantaleo, il segretario: "L’ulteriore colpo ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici pare sia contenuto in un disegno di legge delega su istruzione università e ricerca. E se il buongiorno si vede dal mattino, quanto contenuto in alcune parti del decreto legge 104/2013 in termini di aumento dei carichi di lavoro e quindi di peggioramento del contratto nazionale, conferma il tentativo di cancellare parti significative del contratto nazionale e della contrattazione." E annuncia "una mobilitazione continua e incisiva."

Un approfondito commento alla delega ce lo fornisce l’ANIEF. Noi vi forniamo, in calce all’articolo, il testo del documento originale che riteniamo giunto il momento di divulgare. Buona lettura.

Alla lettera h), materia dell’istruzione si prevede

  1. una riforma organica del reclutamento che riprende l’ordine del giorno del PD approvato nei due rami del Parlamento durante l’esame del D.L. 104/13 (ora L. 128/13) nel mantenere il sistema del doppio canale (graduatorie di merito e ad esaurimento) ma introduce l’istituto del corso-concorso nelle scuole, quando migliaia di precari hanno diritto alla semplice stabilizzazione dopo aver prestato servizio per più di 36 mesi su posti vacanti e disponibili, come dice la Commissione UE.
  2. una riforma degli organi collegiali che gli lasci la sola funzione consultiva, forse una revanche alle prese di posizione dei diversi collegi docenti contro l’aumento delle ore da 18 a 24 ore, abortito soltanto un anno fa.
  3. la definizione e il potenziamento delle reti di scuole autonome, visto che sono state ridotte di 1/3 negli ultimi sei anni (da 12.000 a 8.000) e visto che il fondo per l’offerta formativa è stato depredato per garantire il pagamento di una tantum per il 2011 (MOF) e per evitare l’aumento delle ore a 24 (FIS).
  4. una riforma dello stato giuridico e della definizione del trattamento economico del personale con interventi tra le fonti di natura pubblicistica e negoziale, che in verità dovrebbe riguardare tutto il pubblico impiego dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro ma che ne dovrebbe vedere attore il Parlamento e non il Governo-Legislatore d’urgenza o delegato che è anche il datore di lavoro perché in questo caso uno dei due contraenti dell’atto negoziale cambia le regole da solo, in maniera incostituzionale, come è avvenuto in questi ultimi anni con il blocco dei contratti (2010-2014) o del primo gradone stipendiali per i neo-assunti dal 1 settembre 2011.
  5. l’introduzione della contabilità delle istituzione scolastiche, come se non ci fosse già un regolamento.
  6. la disciplina giuridica degli altri soggetti riconosciuti nel settore dell’istruzione, si spera ricordandosi dei supervisori abbandonati, dei nuovi tutors del TFA o ancora dei vicari non pagati.
  7. una riforma dello stato giuridico dei docenti dell’AFAM, magari chiarendo se appartengono al settore della scuola o dell’università.

Scarica il testo della legge delega

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