Riforma pensioni: anticipata a 62 con penalizzazioni da 50 a 200 euro

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Il ministro Poletti ha chiaramente detto che si deve lavorare sulla flessibilità in uscita per permettere agli anziani di andare in pensione e ai giovani di accedere al mondo del lavoro.

Il ministro Poletti ha chiaramente detto che si deve lavorare sulla flessibilità in uscita per permettere agli anziani di andare in pensione e ai giovani di accedere al mondo del lavoro.

I progetti del governo in vita della prossima Legge di Stabilità prevedono senza ombra di dubbio una riforma delle pensioni per andare a correggere la Legge Fornero che ha innalzato l’età minima per il pensionamento a 66 anni.

Anche se il governo ancora non ha comunicato notizie certe su quelle che saranno le decisioni al riguardo, quello che s’ipotizza è una pensione anticipata a 61/62 anni pagando una penalizzazione sull’assegno Inps.

La domanda che interessa maggiormente chi deve accedere alla pensione è a quanto ammonteranno le penalizzazioni e, anche se si sono formulate le ipotesi più svariate, neanche lì ci sono notizie certe.




Si è parlato di un’ipotesi che prevedeva la rinuncia ad una mensilità, ma il tutto rimane nel più assoluto riserbo.

Una proposta di legge, presentata al Parlamento e sostenuta da Cesare Damiano, prevede la possibilità di pensionamento con 62 anni di età, 35 di contributi e l’8% di penalizzazione sull’assegno che tornerebbe ad essere fruito al 100% solo al raggiungimento dei 66 anni.

Secondo alcuni osservatori, però, i tagli previsti dalla proposta di Damiano sono troppo contenuti e per non portare ad essere vani i risparmi che si sono accumulati con la Riforma Fornero il sacrificio da richiedere a chi vuole accedere alla pensione anticipata, dovrebbe essere ben più grande.

Una delle ipotesi che sta circolando in questi giorni prevede un taglio sull’assegno pensionistico del 20%. Se si considerano pensionati che a 66 anni percepirebbero una pensione due volte il trattamento minimo di circa 100° euro lordi al mese (850 netti) con l’ipotesi di Damiano la pensione lorda diverrebbe di 920 euro (circa 800 netti). Il taglio sarebbe di 50 euro. Con i tagli previsti al 20% per chi desidera andare in pensione anticipata sarebbero ben più pesanti. Sempre considerando la stesa pensione lorda con il taglio del 20% si avrebbe un lordo di 800 euro che corrisponderebbero a 715 euro di netto, 135 euro netti in meno al mese rispetto all’assegno che si sarebbe percepito a 66 anni.

Si sta parlando di pensioni lorde di 1000 euro, ma i tagli diventerebbero ben più importanti su pensioni lorde più corpose: per pensioni 3 volte la minima, in altre parole 1500 euro lordi (1200 netti) con la proposta Damiano si avrebbero 1380 euro di lordo (1100 netti) e il prezzo da pagare per l’anticipo sarebbe di 100 euro al mese Con i tagli del 20%, la decurtazione porterebbe la pensione lorda a 1200 euro corrispondenti a 990 euro netti con una decurtazione di 210 euro.

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