Riforma pensione: pensionamenti a 61 anni con penalizzazioni, ecco la proposta di Renzi

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Anche se l’attenzione dei media era concentrata sulla questione rimborsi pensioni, nella conferenza stampa tenutasi ieri il premier Matteo Renzi ha affermato che la riforma pensioni si farà per cambiare la Legge Fornero.

Anche se l’attenzione dei media era concentrata sulla questione rimborsi pensioni, nella conferenza stampa tenutasi ieri il premier Matteo Renzi ha affermato che la riforma pensioni si farà per cambiare la Legge Fornero.

Renzi si è sbilanciato sull’argomento per la prima volta affermando di volere trovare il modo di aggirare le barriere imposte dalla legge Fornero che obbligano i lavoratori  a rimanere nel mondo del lavoro fino al compimento dei 66 anni e 3 mesi e con un minimo di 20 anni contributivi versati. O, in alternativa, aver versato almeno 42 anni e 6 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

In entrambi i casi i requisiti richiesti sono molto rigidi e il premier ipotizza la possibilità di permettere il pensionamento anche a 61 anni avendo penalizzazioni irrisorie sull’assegno previdenziale.




Il premier ha così motivato la scelta di permettere il pensionamento ad un età anticipata “Se una donna a 61, 62 o 63 anni – ha spiegato – vuole andare in pensione due o tre anni prima, rinunciando a 20-30-40 euro, per godersi il nipote anziché dover pagare 600 euro la baby sitter, bisognerà trovare le modalità per cui, sempre con attenzione ai denari, si possa permettere a questa nonna di andarsi a godere il nipotino. Le normative del passato sono intervenute in modo troppo rigido” oltre alla possibilità di lasciare il mondo del lavoro per fare “posto ai giovani”.

Una proposta del genere verrebbe accolta in maniera entusiastica non solo dai cittadini, che avrebbero la possibilità di accedere alla pensione prima, ma anche dalle imprese che avrebbero la possibilità di poter avere un ricambio generazionale, dai sindacati e dagli esodati, la cui questione verrebbe chiusa una volta per tutte..

Cesare Damiano presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha commentato entusiasticamente le parole del premier e si è dichiarato d’accordo ad una simile proposta anche il Nuovo Centrodestra.

Quello che ci si domanda è come l’idea di Renzi potrebbe trovare attuazione nella realtà senza le penalizzazioni previste fino ad ora e senza intaccare i conti previdenziali. La flessibilità pensionistica, infatti, è di così difficile realizzazione proprio per il suo costo; anche se il premier ha parlato di penalizzazioni esigue, di 20-30-40 euro, la proposta di flessibilità proposta da Damiano-Beretta per un anticipo di pensionamento da 66 a 61 anni prevede penalizzazioni mensili, su una pensione di 1000 euro, di almeno 100 euro mensili.

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