Riforma istituti tecnici e professionali e cancellazione delle compresenze ITP: non è nell’agenda del Ministro Carrozza

Di Lalla
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red – Il Ministro Gelmini ha introdotto le compresenze per le materie tecniche e professionalizzanti, il Ministro Carozza vuole eliminarle. Questo il senso di un articolo apparso su Repubblica.it. La portavoce del Ministro Carrozza ha però affermato che una riforma degli istituti tecnici e professionali non è nell’agenda del Ministro Carrozza.

red – Il Ministro Gelmini ha introdotto le compresenze per le materie tecniche e professionalizzanti, il Ministro Carozza vuole eliminarle. Questo il senso di un articolo apparso su Repubblica.it. La portavoce del Ministro Carrozza ha però affermato che una riforma degli istituti tecnici e professionali non è nell’agenda del Ministro Carrozza.

L’articolo Istituti tecnici, la Carrozza studia la riforma: si parte dal nuovo orario pubblicato su Repubblica.it il 16 novembre, annnciava una nuova riforma degli istituti tecnici e professionali, a partire dal quadro orario e dalle compresenze.

Nello stesso articolo, qualche ora dopo, è stato introdotto il seguente trafiletto, che spiega tutto "La portavoce del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha precisato che all’ordine del giorno del ministro non c’è la riforma degli istituti tecnici e professionali."

Dunque nel bene e nel male la riforma Gelmini prosegue il suo cammino.

Ma alcuni contenuti dell’articolo stesso meritano di essere approfonditi, a salvaguardia del lavoro svolto giornalmente dagli ITP, Insegnanti Tecnico Pratici nelle scuole ad indirizzo tecnico e professionale. Si afferma nell’articolo " Il ministero sotto Maria Chiara Carrozza sta articolando una riforma che, come primo passo, deve rimuovere le ridondanze e i vuoti (entrambi) creati dalla riforma Gelmini. Con la Gelmini si è ridisegnato il quadro orario degli istituti tecnici nel nome dei tagli alla spesa riducendo drasticamente le ore di materie di indirizzo e inserendo nell’organico un numero elevato di insegnanti tecnici “in compresenza” che, in alcuni istituti, semplicemente non servono. Fanno solo lievitare i costi.

Un esempio, segnalato dagli stessi docenti. Nel corso Costruzioni, territorio, ambiente (ex geometri) sono previsti insegnanti in compresenza per informatica, fisica, chimica, tecniche di rappresentazione grafica, estimo, tecnologia delle costruzioni e impianti, topografia. Bene, il risultato è quello di avere in classe un docente laureato che continua a fare il lavoro che ha sempre fatto e un docente tecnico che sta a guardare. Questa sovrapposizione negli anni si è rivelata inutile e ha sottratto risorse ai corsi di aggiornamento, per le discipline tecniche fondamentali, e all’acquisto di strumentazione tecnica adeguata. "

L’affermazione secondo la quale gli insegnanti tecnici in compresenza non servano, ma facciano solo lievitare i costi, ci lascia perplessi. Innanzitutto la riforma è entrata in vigore solo da pochi anni e non ci risulta siano stati ancora pubblicati dati ufficiali sui risultati, positivi o negativi da essa prodotti sull’acquisizione delle competenze da parte degli alunni.

In secondo luogo lo stereotipo del docente in compresenza silente, osservatore del docente laureato che "fa il prof", completamente avulso dalle dinamiche della classe, seppure farà riferimento ad una specifica situazione segnalata, non può sicuramente essere considerata la norma nella variegata casistica delle istituzioni scolastiche riformate, in cui al contrario l’ITP è a pieno titolo partecipe delle attività didattiche.

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