Rapporto di Autovalutazione (RAV). Coinvolti i docenti. Chi paga?

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Autovalutazione delle scuole. Come retribuire gli insegnanti coinvolti. Quali possibili aspetti saranno oggetto di indagine. 

Autovalutazione delle scuole. Come retribuire gli insegnanti coinvolti. Quali possibili aspetti saranno oggetto di indagine. 

Marco Barone –  Come è noto la Circolare 2014 n° 47 ha previsto che “Nei mesi di gennaio e febbraio le singole scuole procederanno all'inserimento dei dati di loro competenza ed entro la fine di marzo gli stessi dati verranno restituiti con valori di riferimento esterni (benchmark). In questo modo ogni singola scuola potrà confrontare la propria situazione con quella di istituzioni scolastiche simili per un più efficace processo di autovalutazione in ciascuna delle aree in cui è articolato il RAV.

Da marzo a giugno le scuole, sulla base dei vari dati e dei benchmark di riferimento, continueranno nel processo di elaborazione del RAV. In tale fase, ogni singola scuola, sulla base delle aree forti o deboli, individuerà, in una sezione ad hoc del RAV, le priorità strategiche con i relativi obiettivi di miglioramento. Fondamentali saranno i momenti da dedicare alla ricerca, al confronto e alla condivisione all'interno di ogni realtà scolastica.

Al fine poi di compiere un'operazione informativa trasparente il RAV verrà pubblicato a luglio 2015 sul portale "Scuola in chiaro" e sul sito della ciascuna istituzione scolastica”.

Ricordando che “tutte le istituzioni scolastiche elaboreranno nel corso del primo semestre 2015, attraverso un modello online, il Rapporto di autovalutazione (d'ora in avanti, "RAV"), arricchito da una sezione appositamente dedicata all'individuazione di priorità strategiche e dei relativi obiettivi di miglioramento. A tal fine, le scuole si doteranno di un'unità di autovalutazione, costituita preferibilmente dal dirigente scolastico, dal docente referente della valutazione e da uno o più docenti con adeguata professionalità individuati dal Collegio dei docenti”.

Circolare che attua quanto previsto dalla Direttiva 11 del 2014, la quale prevede, sempre in tema di autovalutazione, che a partire dall'anno scolastico 2014-2015 tutte le istituzioni scolastiche effettueranno l'autovalutazione mediante l'analisi e la verifica del proprio servizio e la redazione di un Rapporto di autovalutazione contenente gli obiettivi di miglioramento, redatto in formato elettronico. l'INVALSI sosterrà i processi di autovalutazione delle scuole fornendo strumenti di analisi dei dati resi disponibili dalle scuole, dal sistema informativo del Ministero e dalle rilevazioni nazionali e internazionali degli apprendimenti; definirà un quadro di riferimento, corredato di indicatori e dati comparabili, per l'elaborazione dei rapporti di autovalutazione il cui format sarà reso disponibile alle scuole entro ottobre 2014;

il Sistema Nazionale di Valutazione si avvarrà di una piattaforma operativa unitaria predisposta dai Servizi informativi del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in modo da poter gestire e coordinare il flusso delle informazioni e le elaborazioni dati provenienti dalle varie fonti; il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca avvierà, in collaborazione con i soggetti del Sistema Nazionale di Valutazione, piani di formazione per tutte le scuole, con particolare attenzione ai dirigenti scolastici.

Ora, come è noto, questo tipo di procedura altro non sarà che l'estensione a livello nazionale, di quanto già attuato con il progetto Vales. Nel progetto Vales la valutazione delle scuole parte da un momento di autovalutazione, cui farà seguito una visita valutativa esterna, che prende le mosse proprio da una verifica e da una discussione dei contenuti del Rapporto di autovalutazione (RA) elaborato dalla scuola. Nelle note di tale progetto si legge che “A regime la valutazione esterna prevista nel SNV, pur essendo destinata a coinvolgere gradualmente nel tempo tutte le scuole, non interverrà necessariamente subito dopo il momento dell’autovalutazione. Essa dovrebbe
rivolgersi infatti prioritariamente alle scuole ritenute avere condizioni potenzialmente più critiche, per il contesto in cui operano o per i risultati evidenziati”.

Nel VALES la gestione del processo è affidata al Dirigente scolastico in collaborazione con un Nucleo di autovalutazione. Il Dirigente scolastico definisce il Nucleo e il suo funzionamento. La composizione del Nucleo può essere differenziata a seconda delle situazioni e delle modalità di analisi che si intendono intraprendere. Si sollecitano i Dirigenti a disciplinare e a legittimare quanto prima il nucleo all’interno degli organi collegiali. La stessa cosa accadrà nel RAV delle scuole, dunque da ciò si delinea chiaramente il necessario coinvolgimento del Collegio Docenti, che dovrà esprimersi in ordine a ciò. Se il collegio docenti non delibererà il nucleo di autovalutazione,cosa accadrà nella citata scuola? Verrà imposto dal Dirigente Scolastico? Ma sulla base di quale criterio?

Essendo attività certamente aggiuntiva e non funzionale e dunque obbligatoria rispetto al profilo contrattuale del personale docente e dunque neanche normata? La libera disponibilità del docente sarà certamente fondamentale, poiché chi è chiamato a fare parte del nucleo di autovalutazione dovrà certamente svolgere incombenze significative che richiederanno tempo ed impegno aggiuntivo.

Attività che certamente non potranno essere svolte gratuitamente.Ma tali attività non potranno essere retribuite in via indiscriminata con il FIS poiché sarà necessaria una specifica delibera collegiale in tal senso oltre che il via libera da parte delle RSU. Ed a parer mio, anche una delibera in tal senso sarebbe illegittima, poiché il personale docente è chiamato a svolgere incombenze proprie dell'Invalsi e che esulano completamente dal profilo contrattuale. A ciò poi si deve aggiungere la recente denuncia dell'ex direttrice dell'Invalsi la quale ha evidenziato che mancano gli ispettori e mancando gli ispettori non potrà esserci la valutazione esterna delle scuole e dunque in sostanza l'autovalutazione delle scuole oltre a non essere direttamente obbligatoria per il personale scolastico è praticamente inutile poiché questa deve necessariamente agganciarsi al processo di valutazione della scuola.

Dunque il personale interessato non solo rischia di essere chiamato a svolgere incombenze ulteriori ma anche a porre in essere incombenze che non avranno alcuna utilità.

Guardando sempre il VALES gli elementi base del RAV saranno i seguenti: Fascicolo Scuola in chiaro; Dati prove Invalsi ; Questionario scuola ; Altri strumenti di indagine predisposti da Invalsi; Dati e informazioni disponibili
nella scuola, inclusi quelli derivanti da strumenti di autovalutazione adoperati in passato o comunque autonomamente definiti dalla scuola.

Un ruolo centrale sarà svolto dal questionario studenti, genitori e docenti.Quali potranno essere le domande? Guardando al VALES si riporta ora una casistica di esempi:

"Quanti e quali studenti abbandonano la scuola e perché? Le politiche di selezione adottate dalla scuola (studenti non ammessi all’anno successivo) sono adeguate a garantire il successo formativo degli studenti? Quale è il livello di conoscenze e competenze di base che gli allievi raggiungono nel loro percorso scolastico? La scuola riesce a rilevare e migliorare le competenze chiave degli studenti? Promuove e valuta le competenze civiche e il rispetto delle regole, la collaborazione e lo spirito di gruppo, l’autonomia di iniziativa e la capacità di orientarsi? Quali elementi di prova utilizza la scuola per valutare le competenze? La scuola riesce ad assicurare esiti uniformi tra le varie classi? Le disparità a livello di rendimento tra gli alunni meno dotati e quelli più dotati sono in progressione o in regressione nel corso della loro permanenza a scuola? Tali disparità sono concentrate in alcune sedi, indirizzi o sezioni?

Risultati a distanza. Qual è la riuscita dei propri studenti al termine del percorso scolastico , nei successivi percorsi di studio e nel mondo del lavoro? Per quali peculiarità si caratterizza il territorio in cui è collocata la scuola (indicare in modo sintetico gli aspetti di rilievo)? Quali risorse e competenze utili per la scuola sono presenti nel territorio? Qual è la qualità delle strutture e infrastrutture interne alla scuola (es. LIM, pc, ecc.)? Quali le risorse economiche disponibili?

Quali le caratteristiche del personale (es. età, stabilità nella scuola, titoli)? Il curricolo di scuola in che modo tiene conto delle Indicazioni nazionali e risponde ai bisogni formativi degli studenti? La scuola ha individuato quali traguardi di competenza gli studenti nei diversi anni dovrebbero acquisire?Le attività di ampliamento dell’offerta formativa sono progettate in raccordo con il curricolo di scuola? Nella scuola vi sono strutture di riferimento (es. dipartimenti) per la progettazione didattica? In che modo avviene l’analisi delle scelte adottate e la revisione della progettazione? L’organizzazione oraria risponde alle esigenze di apprendimento degli studenti (es. entrata, uscita, rientri)?

Aule e laboratori sono adeguatamente organizzati in relazione alle attività (es. lettura, gruppi di studio e ricerca, attività manuali)? La scuola utilizza in modo flessibile spazi e tempi (es. classi aperte, moduli tematici concentrati in un periodo dell’anno)?

Come sono valutati i livelli di apprendimento degli studenti?Quali aspetti del curricolo sono valutati? Come sono le relazioni tra studenti e insegnanti nella scuola? Come sono le relazioni tra studenti nella scuola? La scuola adotta iniziative per facilitare le relazioni? Quali percorsi sono progettati per singoli o gruppi di studenti che necessitano di particolare attenzione? Quali attività per gli studenti con difficoltà di apprendimento? Quali attività per gli studenti che possono raggiungere livelli di eccellenza? In che modo la scuola garantisce la continuità educativa per gli studenti? Quali attività si realizzano per orientare gli studenti nel loro percorso? Per quali peculiarità si caratterizza la scuola (indicare in modo sintetico al massimo tre aspetti)?

Con quali modalità la dirigenza coordina le attività? Quale il ruolo dello staff dirigenziale? Come vengono prese le decisioni? Quale coerenza tra le scelte educative adottate (es. piano dell’offerta formativa) e l’allocazione delle risorse economiche (es. programma annuale)? Come sono gestite e valorizzate le risorse umane? Come sono gestiti i processi organizzativi e amministrativi?

Viene data attenzione alla trasparenza e alla tempestività delle attività operative? Sono attuate forme di semplificazione delle procedure? Quali temi per la formazione del personale sono stati individuati e perché? In che modo viene incentivata la collaborazione tra docenti? Su quali tematiche?Quali accordi di rete e collaborazioni con soggetti pubblici o privati ha la scuola? Per quali finalità? Quale partecipazione della scuola nelle strutture di governo territoriale (es. comitati tecnici, piani di zona, programmazione territoriale)?

Come sono coinvolte le famiglie? Quali strumenti vengono impiegati per il monitoraggio e la valutazione interna? Come sono comunicati i risultati di queste attività? A chi? Quale utilizzo ne viene fatto?".

Come si può notare viene dato grande risalto alle competenze più che alle conoscenze,all'inserimento lavorativo degli studenti od al percorso extra-scolastico, allo staff dirigenziale, al rapporto tra privato e pubblico, al
rapporto con le famiglie. Tutti indici chiari tipici della classica scuola azienda che produce competenze e non forma cittadini e conoscenze critiche, indici che avranno, all'interno del SNV un ruolo chiave perché saranno questi alcuni fattori determinanti per decidere se classificare la scuola come buona o non buona.

A tal proposito, visto che tanto si parla di buona scuola, di pseudo-consultazione democratica certamente questo processo di autovalutazione, per come concepito, strutturato vista la sua sostanziale inutilità, è l'esempio della cattiva scuola, una scuola che impone attività non dovute contrattualmente, che continua a non rispettare il personale scolastico ma neanche la scuola stessa, insomma questo processo di autovalutazione rischia di essere solo attività di propaganda finalizzata a se stessa e nei peggiori dei casi ad essere utilizzata come canale pubblicitario per la scuola che decide di investire in tale tipo di processo, come già accaduto in diversi casi con la pubblicazione dei dati complessivi Invalsi, lì ove superiori alla media regionale e nazionale.

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