Quota 96, la settima salvaguardia e la soluzione improcastinabile

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Comitato lavoratori Quota96 scuola – I lavoratori della scuola, cosiddetti Q96, ormai al quarto anno dell’era Fornero attendono impazienti la soluzione definitiva della coda avvelenata dell’ennesimo attacco alle pensioni pubbliche, tra le cui vittime principali ci siamo anche noi.

Comitato lavoratori Quota96 scuola – I lavoratori della scuola, cosiddetti Q96, ormai al quarto anno dell’era Fornero attendono impazienti la soluzione definitiva della coda avvelenata dell’ennesimo attacco alle pensioni pubbliche, tra le cui vittime principali ci siamo anche noi.

Le notizie di stampa e TV sul balletto, tra parlamentari e governo, delle modifiche proposte alla nuova legge delle pensioni, di cui ormai se ne parla da due anni, ci preoccupano.

Non vorremmo che alla fine la questione Q96, come al solito venga rinviata in quanto il governo deve mantenere le solite promesse in vista delle elezioni (tasse sulla casa) e quando la coperta è stretta le pensioni finiscono sotto attacco.

Da domani 9 settembre riparte alla Commissione Lavoro della Camera la discussione della VII salvaguardia, nella quale sono state inserite altre categorie finora escluse dalle precedenti salvaguardie (personale viaggiante e altri) e Quota96.

Per questo motivo stiamo premendo sui parlamentari inviando documenti e calcoli per invitarli a obbligare INPS e Miur a definire in modo preciso la platea interessata, in quanto è assodato che in questi anni sono andati in pensione 2 mila lavoratori con opzione donna con la IV e la VI salvaguardia per permessi o congedi parentali
avendo acquisito i nuovi requisiti pensionistici.

Anche la copertura necessaria è per i motivi sopraddetti notevolmente ridotta che nella peggiore delle ipotesi sfiora i 100 milioni di €.

Per tutti questi motivi invitiamo il Parlamento ad approvare, prima della legge di Stabilità, la VII salvaguardia, compresa la soluzione ormai improcrastinabile dei lavoratori della scuola, come risarcimento minimo ai tanti anni di attese frustranti, speranze deluse e ingiustizie patite.

Al tempo stesso riteniamo inaccettabile, discriminatorio e palesemente incostituzionale, un eventuale slittamento della riscossione del TFR/TFS oltre i 24 mesi dal momento del pensionamento.

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