La posizione di ANIEF rispetto al concorso 2016 a Trento

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E’ della settimana scorsa l’annuncio del Presidente Rossi di voler procedere in Provincia di Trento all’assunzione di circa 1.500 insegnanti nel prossimo triennio, di cui 600 con concorso e 900 presi dalle graduatorie provinciali per titoli (GPT), senza tuttavia prevedere al riguardo né una riserva di posti a concorso per i propri precari “storici” (con oltre 36 mesi di servizio) né una riapertura straordinaria delle predette graduatorie che consenta ai docenti abilitati dopo il 2012 di farvi ingresso in vista della partecipazione a tale piano straordinario di immissioni in ruolo.

E’ della settimana scorsa l’annuncio del Presidente Rossi di voler procedere in Provincia di Trento all’assunzione di circa 1.500 insegnanti nel prossimo triennio, di cui 600 con concorso e 900 presi dalle graduatorie provinciali per titoli (GPT), senza tuttavia prevedere al riguardo né una riserva di posti a concorso per i propri precari “storici” (con oltre 36 mesi di servizio) né una riapertura straordinaria delle predette graduatorie che consenta ai docenti abilitati dopo il 2012 di farvi ingresso in vista della partecipazione a tale piano straordinario di immissioni in ruolo.
 
Una simile soluzione rischia con ogni evidenza di portare all’esclusione definitiva dal mondo della scuola di chi, benché abilitato all’insegnamento e forte di una pluriennale esperienza come docente a tempo determinato alle dipendenze della PAT, si sente ora dire dal Governo provinciale che il suo titolo abilitante, sulla cui valenza ai fini dell’immissione in ruolo per chiamata diretta aveva fatto affidamento, non darà accesso ai ruoli e che il fatto di aver lavorato per anni come precario non gli darà accesso ad alcun canale preferenziale in sede di concorso.
 
La proposta di Anief, per evitare un simile scenario, è sempre stata:
 
–     da un lato quella di assicurare l’inserimento nelle GPT, prevedendone una riapertura straordinaria, sia dei docenti abilitatisi, tramite PAS e TFA, dopo il 2012, sia dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito ante 2001/02, in modo tale da garantire a tali soggetti la possibilità di accesso ai ruoli a chiamata diretta;
 
–     dall’altro lato quella di riservare in sede di concorso il 40% dei posti ai docenti, attualmente titolari di rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato che, alla data di pubblicazione del bando, avranno maturato almeno tre anni di servizio alle dipendenze della Provincia (art. 35, comma 3-bis, lettera a del Dlgs 165/2001).
 
Si tratta di proposte chiare ed equilibrate che bilanciano interessi e diritti di tutti i soggetti coinvolti.
 
E’ utile in questa sede ricordare che la Giunta, guidata dal Presidente nonché assessore all’istruzione Ugo Rossi, e l’amministrazione scolastica che di questi poteri è di fatto espressione, si sono sempre categoricamente rifiutati di aprire anche solo uno spiraglio al dialogo con le voci di dissenso che si sono levate contro i discutibili provvedimenti varati per la scuola da un anno a questa parte. Né tantomeno hanno sortito effetto le raccolte firme e le proteste raccolte per porre fine a tale situazione.
 
Stante tale situazione di fatto Anief, in modo pragmatico e lungimirante, ha puntato sulle uniche due strade percorribili: il ricorso proposto nell’estate 2015 al TRGA di Trento (nello specifico per chiedere l’inserimento in IV fascia dei docenti TFA, PAS e diplomati magistrali ante 2002) e la pressione politica tramite la presentazione di mirati emendamenti alla Finanziaria 2016 per sanare l’ingiustizia nei docenti di cui sopra a causa dei provvedimenti normativi lesivi che si sono susseguiti nel tempo generando lo status quo.
 
A questo punto alcune domande sorgono spontanee: come mai solo adesso, a giochi praticamente fatti, le stesse forze sindacali sempre critiche nei confronti del nostro operato, fanno propria la battaglia in difesa dei soggetti in possesso delle abilitazioni di cui sopra gridando allo scandalo per un concorso in procinto di essere varato? Come mai le stesse forze non hanno appoggiato le nostre proposte di emendamento alla finanziaria, unica sede deputata e legittimata a decidere in modo efficace e nel breve periodo il destino di queste persone? Per quale motivo solo ora battono i pugni sul tavolo?
 
La risposta è molto semplice: mero opportunismo confidando sulla scarsa memoria storica collettiva.

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