Perché questo concorso a cattedra non ha senso: ripristiniamo il concorso per soli titoli. Lettera

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Questo Concorso, così come quello del 2012, non può avere senso per chi conosce un minimo di storia del reclutamento scolastico.

Questo Concorso, così come quello del 2012, non può avere senso per chi conosce un minimo di storia del reclutamento scolastico. Questa parola, Concorso, che impressiona tanto l'opinione pubblica, evidentemente serve ai governi per ricevere applausi e consensi. Ma coinvolge gli attori sbagliati: gli insegnanti già precedentemente abilitati. In origine effettivamente, come sancito dalla Costituzione, l'abilitazione per insegnare si otteneva soltanto attraverso l'idoneità ad un concorso pubblico. I concorsi che dovevano essere garanzia di reclutamento trasparente e inopinabile, però non venivano banditi con cadenza regolare e i docenti precari iniziavano comunque, nel frattempo, a fare le supplenze. Venne sancito dunque il diritto ad essere immessi in ruolo, oltre che attraverso il concorso per esami e titoli, anche attraverso una graduatoria: il concorso per soli titoli. Per iscriversi nelle neonate graduatorie bastava essere in possesso dell'abilitazione all'insegnamento e un'anzianità di servizio di due o tre anni. Tali concorsi furono detti riservati o anche per servizio e titoli per distinguerli dai concorsi ordinari (detti anche di merito, da cui le GM). In seguito le graduatorie permanenti provinciali si trasformarono in Graduatorie ad esaurimento (GAE). 

Il famoso "doppio canale", di cui parliamo ancora oggi, non è dunque un fatto nuovo e prevedeva o di entrare tramite concorso, o di essere abilitati entrando in graduatoria ed essendo assunti tramite lo scorrimento di essa. Il punteggio maturato negli anni aumentava, come giusto, la possibilità di ottenere il passaggio di ruolo. La cosa assurda è che oggi invece si pretende di far partecipare ad un concorso chi è abilitato e dunque ha maturato già in precedenza il diritto di essere assunto. Queste persone hanno già superato una selezione in entrata, hanno investito soldi, tempo, energie sulla propria abilitazione, ed ora, a maggior ragione da quando i non abilitati che hanno vinto il ricorso e sono stati ammessi al concorso, così come accadde nel 2012, si sentono mortificati e sviliti. Se un concorso doveva esser fatto, questo avrebbe dovuto essere riservato ai non abilitati, continuando ad assumere gli insegnanti abilitati per scorrimento della graduatoria. Appare di facile comprensione eppure forse non lo è per tutti, il doppio canale prevede semplicemente questo: di essere assunti O per Concorso Ordinario, O per Concorso per Servizio e Titoli. Oggi si chiedono entrambe le cose, togliendo senso e dignità ai percorsi abilitanti.

 

Giulia Colocci

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