Pantaleo (FLC CGIL). Il Governo ha aperto una guerra tra precari e territori, con il Sud trattato da “manodopera cognitiva”

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Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, la Federazione dei lavoratori della conoscenza, è stato intervistato da jobsnews.it riguardo alla fase nazionale del piano di immissioni della riforma La Buona Scuola. 

Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, la Federazione dei lavoratori della conoscenza, è stato intervistato da jobsnews.it riguardo alla fase nazionale del piano di immissioni della riforma La Buona Scuola. 

Pantaleo denuncia innanzitutto la mancata disponibilità del governo ad unire le due diverse fasi del piano,la fase B e la C,  in modo da tenere conto del rapporto tra iscritti nelle graduatorie e posti disponibili. Si costringono così migliaia di precari, spiega, a trasferimenti forzati verso altre regioni.  Non si è voluto ascoltare il sindacato neanche quando è stato proposto un piano di immissioni pluriennale, ricorda il segretario.  

Per il sud, afferma Pantaleo, occorre invece potenziare l’offerta formativa attraverso maggiore tempo pieno nelle scuole primarie, occorrono interventi contro la dispersione scolastica, "con il rafforzamento degli apprendimenti e con la generalizzazione della scuola dell’infanzia". 

Secondo il segretario il governo ha mentito quando ha promesso che la riforma avrebbe eliminato il precariato e le supplenze. Invece le supplenze resteranno e rimangono "da stabilizzare ancora  seconde fasce, Tfa, terze fasce, docenti dell’infanzia, mentre incombe la sentenza della Corte di Giustizia europea sul diritto alla stabilizzazione per chi ha 36 mesi di servizio". 

Le graduatorie ad esaurimento non possono essere svuotate, continua Pantaleo, perché  rimarranno iscritti circa 50 mila docenti.

Pantaleo critica l’improvvisazione con cui si è proceduto nelle diverse fasi del piano di immissioni in ruolo, immissioni che penalizzano fortemente le donne, le professionalità e le competenze di migliaia di docenti del Sud, "ridotto a serbatoio di manodopera cognitiva". 

Per Pantaleo esistono degli interessi che sono dietro la legge 107, che ha provocato "una guerra tra precari e territori". Chiede invece che si faccia un "serio monitoraggio sul piano delle immissioni in ruolo affrontando seriamente e non a parole la questione Sud. Le regioni si facciano sentire ed è importante", afferma, "che alcune di esse abbiano posto la questione della legittimità costituzionale della legge 107". 

La CGIL continuerà la mobilitazione e, conclude Pantaleo, porterà avanti "le vertenze legali contro una legge che fa arretrare la scuola, calpesta la dignità delle persone, mortifica diritti sociali  e civili".

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