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Orientamento scolastico nella scuola: da “effetto collaterale” a “didattica dell’orientamento”. Considerazioni e riflessioni

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L'orientamento è quel processo che si manifesta quando l'individuo è chiamato a fare una scelta. Orientare nella scuola secondaria di I grado significa porre l'alunno nelle condizioni di conoscere se stesso per operare scelte consapevoli e efficaci, sia nell'ambito degli studi da intraprendere dopo la terza media, sia nell'ambito delle scelte professionali e del mercato del lavoro.

L'orientamento è quel processo che si manifesta quando l'individuo è chiamato a fare una scelta. Orientare nella scuola secondaria di I grado significa porre l'alunno nelle condizioni di conoscere se stesso per operare scelte consapevoli e efficaci, sia nell'ambito degli studi da intraprendere dopo la terza media, sia nell'ambito delle scelte professionali e del mercato del lavoro.

Mi occupo di orientamento scolastico nelle scuole da lungo tempo. Ogni anno scolastico, anche in considerazione di una mia specializzazione in questo settore, sono nominato figura strumentale sulla Continuità e sull'Orientamento, ruolo che svolgo sempre con con motivazione e spirito creativo, convinto che le attività di orientamento siano sempre più legate al processo di formazione dell'alunno.

Tra le molte definizioni che gli studiosi hanno dato dell'orientamento, cito quella del Congresso dell'Unesco del 1970: «Orientare significa porre l'individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire, con i suoi studi e la sua professione, in relazione alle mutevoli esigenze della vita, con il duplice scopo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della persona umana»

Nel corso degli anni, ho verificato la crescente necessità da parte delle istituzioni scolastiche di rafforzare le iniziative relative all'orientamento con l'obiettivo di aiutare i giovani e i preadolescenti a conseguire gli strumenti indispensabili per definirsi in un ruolo sociale soddisfacente e in un futuro percepito, ora più che mai, alquanto minaccioso.

Nella società di oggi è forte l'esigenza di aiutare e sostenere i giovani nella creazione del loro futuro, per promuovere la persona in funzione della scelta professionale per un inserimento adeguato nella vita sociale. In questo contesto si inserisce l'orientamento, inteso come una modalità educativa che permette l'incontro tra l'ambiente esterno e l'iniziativa personale del giovane nel prendere coscienza di sé e per decidere consapevolmente del proprio futuro.

Ricordo che nei primi anni '90, quando iniziai la mia avventura nell'orientamento scolastico, malgrado la consapevolezza dei docenti del fine orientativo della Scuola Media, così chiamata allora, nei Consigli di Classe arieggiava spesso un venticello di riluttanza verso le attività strutturate sull'orientamento che venivano promosse solo dai docenti più virtuosi, spesso specializzati in questo ambito, che, con lungimirante intuizione, coinvolgevano con successo gli alunni, affinché si andasse oltre il consueto luogo comune: “va bene a scuola, può iscriversi ai licei”, studia poco “può andare agli istituti professionali”.

Questi docenti virtuosi erano i pionieri del cambiamento. Per poter svolgere attività e iniziative di orientamento era necessaria un'organizzazione della didattica molto flessibile, a quei tempi parola ancora poco usata nelle scuole. Oggi si comincia a considerare rilevante una didattica formativa e orientativa già nella scuola primaria.

Nella scuola attuale, l'orientamento scolastico occupa una posizione rilevante nel POF, oggi PTOF, di istituto. Nel modello tradizionale di alcuni decenni fa, al centro c'era l'insegnante che organizzava e trasmetteva i contenuti della propria disciplina, attraverso il modello di lezione frontale, il cui destinatario era un ipotetico studente medio di un gruppoclasse, spesso omogeneo. L'insegnamento era avulso dalla realtà o dalla vita degli studenti. Si era di fronte ad un modello di scuola in cui l'orientamento veniva visto come un obiettivo che avviene spontaneamente al termine del percorso scolastico quasi come “effetto collaterale” di un percorso di apprendimento disciplinare. (Termine ripreso dalla medicina che indica qualsiasi effetto di un farmaco, che insorga, a dosi normali, legato alle proprietà farmacologiche dello stesso).

Con il trascorrere degli anni si è passati a un modello pedagogico in cui lo studente vede valorizzate le sue attitudini innate che via via emergono, soprattutto attraverso la didattica laboratoriale. Gli interventi degli insegnanti partono sempre dai problemi reali, dagli interessi e dai bisogni degli alunni. Molto spesso nelle scuole viene dedicato un tempo organizzato all'orientamento in cui i docenti designati danno informazioni sulle scuole superiori presenti sul territorio e sulle loro offerte formative poi i consigli di classe elaborano il consiglio orientativo che viene consegnato alle famiglie degli alunni delle classi terze.

Attualmente nell'ambito cognitivista/costruttivista, l'orientamento viene sempre più inteso come “didattica formativa”, non più “effetto collaterale” diventando, così un'attività in cui sono necessari anche gli interventi di esperti esterni, ad esempio gli psicologi specializzati in questo ambito, che si occupano, attraverso attività calibrate e ampiamente sperimentate, della rilevazione dei livelli attitudinali e intellettivi degli studenti. Operando in questo settore da molti anni, sono giunto a conclusione che l'orientamento sia quel processo, articolato in attività strutturate, che aiuta l'alunno a scoprire la propria “vocazione”, parola desueta, ma molto precisa nella sua accezione, attraverso la quale il giovane non viene solo orientato verso un determinato tipo di ordine di scuola e futura possibile professione, ma soprattutto verso una vita personale, realizzata e adeguata alle reali aspettative.

Dunque, sulla base della mia esperienza, credo che l'orientamento inteso come processo articolato, sempre presente nella didattica delle varie delle varie discipline, debba promuovere competenze personali, da sviluppare lungo l'intero percorso scolastico, non solo nell'ultimo anno della scuola secondaria di primo grado, e stimolare lo studente nel suo personale progetto di vita.

Nella mia visione generale, è fondamentale offrire ai ragazzi opportunità formative che diano a tutti possibilità di uguaglianza affinché essi possano consapevolmente elaborare ipotesi per fare scelte, prendere decisioni e valutare anche i rischi. Dunque ritengo che l'orientamento debba essere una modalità educativa permanente e trasversale che attraversa tutti gli ordini e gradi di scuola e tutte le discipline ed è parte integrante del processo educativo perché contribuisce a formare un cittadino autonomo e responsabile.

Orientamento, società, scuola Orientamento scolastico, indirizzo professionale e sviluppo della società umana si evolvono parallelamente in base alle reali esigenze di organizzazione e razionalizzazione del lavoro, imposte dalla cultura industriale. Prima dello sviluppo industriale si sentiva meno o quasi inesistente era il problema della scelta lavorativa o della formazione professionale: la famiglia era contemporaneamente sia il luogo in cui si formava il giovane, sia datore di lavoro. Questo modello è andato pian piano modificandosi portando a una diversificazione e a una professionalità all'interno del sistema lavorativo.

Fino a poche decine d'anni fa il percorso formativo e professionale di una persona era molto più rigido rispetto a quello attuale. Oggi si è meno vincolati alle tradizioni e più predisposti alla flessibilità e spirito di adattamento che la società attuale ci richiede. Per esempio è sempre più raro che i figli esercitino i mestieri dei padri, questo può avvenire in alcuni casi per convenienza o in situazioni di benessere. Quindi è necessario orientare già in età scolare i nostri giovani facendo emergere le loro attitudini e le loro vocazioni utili per sostenere la creazione del loro futuro e promuovere la persona in funzione della scelta professionale al fine di un inserimento adeguato nella vita sociale.

L'orientamento attualmente segue obiettivi strategici quali: contrastare la dispersione scolastica, fenomeno rilevante nel nostro Paese, aiutare ogni singolo alunno a far emergere la consapevolezza delle proprie vocazioni e attitudini in funzione delle scelte di studio e di lavoro che progressivamente dovrà compiere nella propria vita e conoscere il mercato del lavoro e la sua evoluzione per facilitare le riconversioni professionali che il mondo attuale richiede con sempre maggiore frequenza.

Chi ha il compito di orientare?

L'esperienza in campo, da docente, mi ha fatto giungere a questa conclusione: insegnanti, famiglie e psicologi. Tutti, insieme, hanno da svolgere un ben preciso compito nell'orientamento che deve essere il frutto della reciproca cooperazione. Orientamento e educazione vanno insieme: famiglia, scuola e operatori specializzati nell'orientamento scolastico e professionale sono le principali agenzie formative e in questo caso orientative del giovane. La scuola deve far conoscere la panoramica completa del mondo dell'istruzione secondaria, attraverso l'approfondimento dei singoli indirizzi di studio. Inoltre deve tenere sempre presenti le attitudini, gli interessi, le potenzialità, le abilità, le motivazioni e le aspirazioni, l'emotività, la rappresentazione di sé, l'identità culturale e tradizioni, i bisogni reali di ogni singolo alunno per valorizzare l'intelligenza di ciascuno. I docenti devono aiutare e sostenere l'alunno nella raccolta di tutte le informazioni necessarie, creano un rapporto di comunicazione con le famiglie, verificano l'efficacia del percorso scelto.

La famiglia supporta il lavoro dei docenti, evidenzia le aspettative e apre un dialogo costruttivo e di rispetto verso le ipotesi di orientamento del ragazzo. Dunque nasce un'idea di orientamento come competenza personale da promuovere attraverso il percorso formativo, in cui la didattica, volta allo sviluppo delle competenze, ha come idea di base l'utilizzo delle discipline come strumenti per la maturazione e lo sviluppo delle competenze personali, in termini interdisciplinari. Si fa riferimento alla personalizzazione e quindi al concetto di persona umana.

La persona è, quindi, protagonista del processo di orientamento, non deve subire condizionamenti e deve essere preparata a fare scelte di vita e professionali motivate nelle varie fasi della vita. L'azione di orientamento ha, dunque, lo scopo di rafforzare la persona nella costante acquisizione di capacità e abilità che favoriscano la «maturità orientativa» come manifestazione di una propria autonomia decisionale. La possibilità di compiere scelte realistiche, nell'immediato e nel futuro che siano congruenti con il proprio «Progetto di vita», deriva, quindi, dalla capacità decisionale che si fonda su un'approfondita conoscenza delle opportunità e delle risorse disponibili. L'orientamento si configura come un aiuto alla persona perché proceda nella sua evoluzione e perché dia il suo contributo sociale; si inserisce, quindi, in un processo formativo continuo che vede coinvolte diverse istituzioni sociali: la famiglia, la scuola, la società tutta.

Fornire le conoscenze indispensabili e far maturare negli allievi le “capacità decisionali” sono compiti che la scuola dell'obbligo si propone di assolvere attraverso una didattica orientativa accompagnata da un lavoro specifico di orientamento. È necessario andare oltre il “consiglio orientativo” da parte degli insegnanti. Le istituzioni scolastiche dovrebbero aiutare gli alunni ad autorientarsi; non è il consiglio che serve all'allievo, quanto il poter usufruire di un percorso di apprendimento e conseguire abilità necessarie a conoscere meglio sé stessi, a cercare e fruire, in maniera attiva, delle informazioni e a saper prendere decisioni giuste al momento giusto.

È possibile individuare in ogni grado scolastico le caratteristiche e le diverse motivazioni che sorreggono gli allievi nel loro percorso formativo, gli interessi che via via insorgono e che caratterizzano le trasformazioni della loro identità, fino ad arrivare a cogliere gli interessi profondi che sono collegati alla progettazione della propria immagine futura, anche se ancora in uno stato che si può definire, per la maggior parte di loro, embrionale e a sviluppare abilità relazionali fondamentali e determinanti nel mondo del lavoro. L'orientamento nella scuola dell'infanzia consiste nell'osservazione delle propensioni personali del bambino, come strumento per potenziare le risorse che già si possono osservare.

Vengono richiesti tempo e disponibilità al confronto. Nella Scuola Primaria l'orientamento è un processo che permette di creare relazioni tra le capacità e le attitudini, da sviluppare attraverso l'apprendimento di conoscenze, abilità, competenze attraverso una didattica di educazione integrale basata sulla conoscenza degli elementi primari del sapere.

Nella Scuola Secondaria di 1° grado, l'orientamento deve essere indirizzato ad avviare la ricerca della propria identità attraverso una molteplicità di scelte. Il processo maturativo del preadolescente è caratterizzato dall'auto-scoperta e dall'autoprogettazione che rappresentano un compito evolutivo faticoso e conflittuale, pertanto l'orientamento deve realizzarsi attraverso attività d'informazione sulle scelte scolastiche e professionali e attività di formazione con riferimento allo sviluppo delle attitudini, degli interessi e della personalità. È necessario che questa attività aiuti a sviluppare la capacità di scelta nei processi decisionali e di orientamento.

L'aiuto alla scelta deve essere basato sulle motivazioni degli allievi, nonché sulle loro caratteristiche e propensioni.

Conclusioni

L'orientamento è, per molte caratteristiche, lo specchio dei mutamenti e delle trasformazioni sociali, educative, psicologiche e antropologiche che interessano la società in cui viviamo. Un modello educativo di orientamento richiede il coinvolgimento attivo ed un modo diverso di essere docenti, in cui orientare significa 8pensare ad una didattica dell'orientamento in cui l'obiettivo non è solo di informare e formare, ma anche guidare i giovani in formazione all'acquisizione della consapevolezza delle proprie caratteristiche, attitudini e preferenze.

L'orientamento si configura come parte integrante di un processo educativo generale con una visione più ampia del progetto educativo nel quale collocare, appunto, il processo dell'orientamento. Parliamo quindi di un intervento educativo finalizzato all'esplorazione delle risorse personali al fine di identificare la strada migliore da percorrere per “aiutare i giovani ad aiutare se stessi” nella costruzione del proprio futuro di vita.

Ciò può avvenire solo mediante un autentico incontro umano, che preveda letteralmente il prender parte, con impegno, all'appello del ragazzo nella sua totalità, a cui si può rispondere solo con la nostra totale presenza.

Prof. Claudio Vicentini
Docente di Musica Scuola secondaria primo grado I.C. “VIRGILIO” Roma
Figura Strumentale Orientamento I.C. Guicciardini Roma A.S. 2015-2016 8 9

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