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Orario scolastico. Inghilterra chiama e Italia non risponde

Di Lalla
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di A. Lalomia – L’idea di modificare l’orario delle lezioni scolastiche, sulla base dell’iniziativa promossa dal preside inglese Paul Kelley  (1),  è stata accolta da noi con scetticismo e considerata quasi come una tipica manifestazione dell’eccentricità britannica  (2).

di A. Lalomia – L’idea di modificare l’orario delle lezioni scolastiche, sulla base dell’iniziativa promossa dal preside inglese Paul Kelley  (1),  è stata accolta da noi con scetticismo e considerata quasi come una tipica manifestazione dell’eccentricità britannica  (2).

È spiacevole prendere atto di questa resistenza a innovazioni che riuscirebbero a conciliare i ritmi biologici naturali di molti  -soprattutto dei ragazzi-  con le esigenze di studio e di lavoro (perché è chiaro che ad essere coinvolti nello spostamento delle lancette in avanti sarebbe anche il personale scolastico, a cominciare dai docenti).

Leggendo le motivazioni che vengono esposte a sostegno dell’inattuabilità in Italia della scelta di Kelley, ci si rende conto che, ancora una volta, le aspettative degli allievi sono relegate in secondo piano (se non addirittura respinte pregiudizialmente), sulla base di uno scenario che viene ritenuto come unico, definitivo, immutabile.

Come valutare altrimenti un commento come questo: " Poi mi chiedo se la proposta di far cominciare le lezioni alle dieci sia attuabile in Italia con le tradizioni del nostro Paese: per esempio bisognerebbe cambiare il piano dei trasporti, oppure far mangiare i ragazzi più tardi, visto che queste nuove lezioni durerebbero fino a pomeriggio inoltrato. " .

Con tutto il rispetto per l’intervistato, non riesco a capire quale sia il problema.

Siccome la realtà è questa  (ed è una realtà, mi permetto di osservare, che solo Pangloss potrebbe giudicare la migliore dell’universo)  non bisogna cercare di cambiarla, e comunque è inutile tentare di farlo.  È questo che si vuol dire ?  Se è così, mi permetto di esprimere il mio dissenso, sia in merito alla questione specifica, sia in rapporto al tipo di ragionamento.  L’approccio che viene adottato è pericoloso, perché rischia di condurre  -nelle sue forme estreme-  a conclusioni micidiali, del tipo: ‘Siccome la mafia è potentissima, è inutile combatterla’.

Inoltre, faccio notare sommessamente che l’ affermazione "Leggendo questa notizia mi sono posto immediatamente una domanda: come mai negli ultimi due secoli non se ne è mai accorto nessuno?"  non mi sembra in linea con i risultati delle ricerche scientifiche.  Sono anni che gli esperti (di cronobiologia e di altre discipline) sostengono che gli orari delle lezioni sono spesso incompatibili con i ritmi biologici interni e che basterebbe cambiare questi orari per migliorare il rendimento dei singoli, assicurando così quel benessere che oggi viene loro negato, pervicacemente e contro ogni logica.

Note

(1)  V. “Notizie dalla stampa” del 29-08-11 (‘La scuola dei ritardatari’).
Paul Kelley è preside della High School di Monkseaton, North Tyneside (http://www.monkseaton.org.uk).
Deluso dal rendimento modesto degli allievi, ha deciso nel 2010, sulla base di ricerche condotte da Russell Foster, della Oxford University, di far iniziare per un anno le lezioni un’ora più tardi  (dalle 9 alle 10, con uscita alle 15,40), consentendo in questo modo ai ragazzi di dormire di più e andando così incontro ai loro ritmi circadiani. I risultati si sono dimostrati superiori ad ogni aspettativa, con i migliori profitti degli ultimi 40 anni -in pratica dall’apertura dell’istituto, avvenuta nel 1972- (http://www.monkseaton.org.uk/dearparent/default.aspx) e una netta diminuzione delle assenze degli studenti.
Veramente, all’inizio Kelley  (supportato da Russell Foster)  aveva proposto al governo di far entrare gli studenti anche dopo le undici del mattino, un’idea che personalmente trovo eccellente.  Al riguardo, v.  "Flavia Amabile, ‘A scuola dopo le undici’, sulla "Stampa" del 9-03-09

(2)  Cfr. ad esempio: "Tutti a scuola alle 10 ? Ma noi non siamo il Regno Unito" http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2011/8/29/SCUOLA-Tutti-a-scuola-alle-10-Ma-noi-non-siamo-il-Regno-Unito-/203379/).

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