Orario a 24 ore per i docenti delle superiori. ANIEF: Ministro ha fatto passo indietro?

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red – Secondo un comunciato del sindacato ANIEF giuntoci in redazione, l’intervista del Ministro, rilasciata al quotidiano "Il Messaggero" qull’orario di lavoro dei docenti, è da interpretarsi come un possibile passo indietro.

red – Secondo un comunciato del sindacato ANIEF giuntoci in redazione, l’intervista del Ministro, rilasciata al quotidiano "Il Messaggero" qull’orario di lavoro dei docenti, è da interpretarsi come un possibile passo indietro.

Secondo l’Anief l’aumento dell’orario di lavoro non può avvenire con il contratto bloccato e che le dichiarazioni rilasciate al quotidiano "Il Messaggero" rappresentano un possibile passo indietro che nasce da tale presa di coscienza.

Inoltre, "i dati della ricerca “Education at a Glance” che pone a confronto i sistemi educativi nell’ultimo decennio nei 37 Paesi più economicamente avanzati, – così commenta M. Pacifico, Presidente Anief e delegato Confedir per la Scuola – dimostrano come il carico di lavoro (didattica) dei docenti italiani sia nella media, per la scuola materna ed elementare (12 ore in meno), di poco inferiore per la scuola media (74 ore) e per la secondaria superiore (28 ore). E se complessivamente i docenti italiani lavorano una settimana in meno e dieci giorni in meno rispetto agli altri, hanno avuto, però, soltanto il 5% di aumento di stipendio rispetto al 20% degli altri e continuano a perdere a fine carriera 8.000 euro annui." "Per questo – conclude – l’aumento di 234 ore dell’orario di lavoro (6 ore per 39 settimane) proposto dal Governo è fuori da ogni logica e anche privo di buon senso, vista l’evidente discriminazione nel trattamento economico."

A regolare la contrattazione del rapporto lavorativo è l’articolo 39 della Costituzione, mentre l’articolo 36 della Costituzione impone uno stipendio proporzionale alla mole di lavoro e l’obbligo delle ferie che non possono essere considerate una monetizzazione di una prestazione lavorativa, ma un riposo dall’ordinario lavoro.

Per queste ragioni, Anief ha lanciato un appello al ministro Profumo perché ritiri questa insensata e incostituzionale proposta: il passo indietro annunciato dalle pagine del Messaggero potrebbe andare in questa direzione.

L’articolo sui dati della ricerca

http://www.anief.org/content_pages.php?pag=4168&sid=

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