Ocse smentisce Gelmini

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Partito Democratico – "Adesso anche l’Ocse smentisce il ministro Gelmini e dimostra come l’Italia (altro che risorse sciupate per la scuola!) è uno dei Paesi europei che spende meno per la scuola, il 4,8 del Pil contro il 5,9 della media Ocse".

Partito Democratico – "Adesso anche l’Ocse smentisce il ministro Gelmini e dimostra come l’Italia (altro che risorse sciupate per la scuola!) è uno dei Paesi europei che spende meno per la scuola, il 4,8 del Pil contro il 5,9 della media Ocse".

Così il senatore del Pd Antonio Rusconi, capogruppo in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, commenta i dati Ocse sulla scuola, sottolineando ancora "come la nostra media di diplomati, appena il 70 %, sia notevolmente inferiore alla media Ocse dell’81,5; come negli altri Paesi Ocse si incentivi la carriera degli insegnanti e come il loro stipendio, nell’ultimo decennio, è aumentato del 7% mentre in Italia è addirittura diminuito dell’1 %". "Eppure – sottolinea Rusconi – per il ministro Gelmini l’inizio scolastico è stato tranquillo".

Bastico (Pd) "Da Gelmini uso improprio dati OCSE. Inaccettabile autocelebrazione"

"Lo sguardo sull’istruzione dell’Ocse è molto allarmante per l’Italia. Nonostante ciò il ministro Gelmini non perde occasione per gloriarsi impropriamente delle proprie sciagurate politiche scolastiche". Lo
dichiara la senatrice del Pd Mariangela Bastico che aggiunge: "Gelmini sostiene, infatti, che l’Ocse dimostra che le classi pollaio non esistono e che le ore di scuola sono troppe. Ancora una volta dimostra di non
conoscere la scuola vera, quella dove tante sono le classi con trenta e più ragazzi, collocati in aule piccole e inadeguate".

"Dimostra – continua Bastico – di non sapere che il tempo prolungato nella scuola media è, di fatto, scomparso e che tante famiglie che avevano richiesto il tempo pieno nelle elementari e la scuola dell’infanzia per i propri figli non li hanno ottenuti. Gelmini fa calcoli statistici, produce delle medie e vuole ignorare la realtà".

"Le rammento, inoltre, che i dati di cui si gloria – sottolinea la parlamentare democratica – risalgono al 2008, anno che precede il triennio di micidiali tagli avviati dalla finanziaria a decorrere dal 2009".

"Un ministro dell’istruzione che si rispetti dovrebbe invece essere insieme ai genitori, agli insegnanti, ai sindacati e alle forze politiche per impegnarsi affinché l’Italia investa di più nella scuola, ritenendo drammaticamente negativo l’essere tra gli ultimi paesi nell’investimento per l’istruzione. E, invece – conclude Bastico -sono proprio le politiche della Gelmini che portano la scuola sempre più in fondo".

Dati OCSE: cogliere l’occasione per un ragionamento serio

Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola – I dati OCSE confermano per l’ennesima volta un quadro già ampiamente noto. Il rischio, in questi casi, è la ritualità, che condanna la notizia al dimenticatoio dopo una fugace apparizione sui media.

E’ del resto difficile, specie nel quadro presente così incerto e drammatico, immaginare scenari diversi se non interviene una svolta radicale nel modo di concepire e governare i problemi del Paese e della scuola.

Proviamo a indicare una possibile direzione di ragionamento e di marcia: quanti sono i soggetti che a vario titolo sono investiti di competenze sull’istruzione e la formazione? Quale disponibilità e capacità hanno di coordinarsi fra loro, mettendo in comune i loro sforzi e i mezzi di cui dispongono?

Noi siamo convinti che anche in una fase di pesanti ristrettezze economiche sia possibile fare di più per la scuola, dirottando risorse recuperate altrove (si pensi agli sprechi e ai privilegi della politica) ma anche provvedendo, nel frattempo, a usare in modo più efficiente quelle che ci sono.

Un esempio di attualità: la ristrutturazione della rete scolastica.

Serve a poco o a nulla, e può solo accentuare il disagio delle scuole, se rimane una banale operazione di taglio. Può essere invece l’occasione, se gestita con intelligenza e lungimiranza, per una più equilibrata distribuzione del servizio sul territorio, finalizzata a prevenire alcune punte di criticità (come le classi congestionate) oggi purtroppo ricorrenti.

Sarebbe un bel modo, anche questo, per voltare finalmente pagina, recuperando il senso e la prospettiva di una vera politica scolastica di cui da troppi anni ormai il Paese soffre la mancanza.

Chiediamo con forza che la pubblicazione dei dati OCSE e la valutazione sui disallineamenti e le lacune del nostro sistema rispetto a quelli di altri Paesi non si esauriscano in scontati e sterili usi di parte. Siano invece occasione per avviare un grande dialogo sociale e un serio impegno politico volto a definire un piano straordinario di intervento capace di sostenere la qualità della nostra scuola.

Classi sovraffollate, razionalizzazione, stipendio insegnanti: il punto di vista del ministero

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