Nigi, SNALS: Governo non arretra su poteri dirigenti. Blocco esami di Stato. Apertura solo su assunzioni II fascia

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Subito dopo l’incontro tra i sindacati e il Governo che si è tenuto ieri nel pomeriggio a Palazzo Chigi, Marco Paolo Nigi, segretario Snals-Confsal, ha risposto con tono affranto alla nostra telefonata.

Subito dopo l’incontro tra i sindacati e il Governo che si è tenuto ieri nel pomeriggio a Palazzo Chigi, Marco Paolo Nigi, segretario Snals-Confsal, ha risposto con tono affranto alla nostra telefonata.

Come è andato questo confronto?

“I rappresentanti del Governo sono stati attenti alle dichiarazioni di ciascun sindacato, rappresentativo e non, di ciascuna associazione – ce n’erano di diverse, dai genitori ai maestri cattolici – hanno preso appunti promettendoci delle modifiche, ma sui punti che ci premono, niente, sono irremovibili”.

Allude alla nomina da parte dei dirigenti?

“Sì, secondo il loro disegno i docenti dovranno autocandidarsi attraverso l’invio dei curriculum e il dirigente dovrà pescare tra loro. Io non so se gli italiani si prefigurano quello che potrebbe accadere: finora le graduatorie erano garanzia di obiettività, è per questa ragione che nella scuola non si sono mai verificati episodi di corruzione. Per esempio, chi ci assicura che verranno rispettati i diritti delle donne, di chi ha problemi familiari e perciò è tutelato dalla legge 104? L’Italia torna cinquant’anni indietro”.

La valutazione dei docenti, invece, come sarà articolata?

“Questo è l’altro punto su cui non vogliono assolutamente tornare indietro. Parlano di un comitato di valutazione formato dal preside, da due docenti, un genitore, uno o due studenti. Dagli esiti delle loro valutazioni dipenderanno gli incrementi di retribuzione dei lavoratori, una cosa che non esiste al mondo. Sono profondamente indignato”.

Prima o poi si deve trovare un modo per valutare chi sa insegnare e chi no, questo può essere un tentativo.

“E chi l’ha detto che il lavoro dell’insegnante si può valutare? Non si riesce a valutare l’operato di un metalmeccanico figuriamoci quello di chi svolge una professione intellettuale come il docente”.

Mi scusi ma queste argomentazioni non troveranno mai una sponda presso l’opinione pubblica, tutti sono convinti che ci siano insegnanti che sanno fare bene il proprio lavoro e altri che, invece, hanno risultati meno buoni. Forse preferirebbe un sistema di ispettori alla francese?

“A me non risulta che in Francia le cose nella scuola vadano meglio che in Italia e lì, pensi, hanno un corpo formato da tremila ispettori. Il punto per me non sta nella valutazione dei docenti, che è un falso problema. La scuola deve pensare a garantire a tutti, più e meno fortunati, più e meno dotati, le opportunità per raggiungere buoni e ottimi livelli di formazione. Solo così si promuovono le eccellenze e non si lascia indietro nessuno. L’idea che il Governo sta portando avanti stravolge il nostro dettato costituzionale e noi non potremo mai accettare una cosa del genere”.

Ricorrerete a nuovi scioperi?

“Certo, ma non solo. Bloccheremo gli scrutini”.

Gli scrutini non si possono bloccare, c’è un regolamento che lo vieta.

“E’ vero, infatti li rimanderemo e poi li rimanderemo ancora”.

Che cosa succederà agli Esami di Stato.

“Li vedo a rischio, se non si riusciranno ad ammettere i candidati sarà il caos più assoluto”.

Ma che cosa vi hanno prospettato nell’immediato i rappresentanti del Governo? Uno spiraglio su qualcosa l’avranno pure lasciato, o no?

“L’unico spiraglio che vedo aperto è sul capitolo assunzioni. Adesso stabilizzeranno i 100mila delle Gae ed è probabile, chissà, che poi si pensi a un piano pluriennale per assorbire gli abilitati che sono rimasti fuori”.

Quindi secondo lei anche abilitati Tfa e Pas?

“Penso di sì”.

Alle vostre obiezioni che cosa hanno risposto?

“Che la riforma va fatta perché l’Italia aspetta la riforma della scuola, senza dare retta alla rabbia dei 600mila insegnanti che il 5 hanno riempito le piazze per manifestare tutto il loro dissenso”.  

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