MIUR bacchetta le scuole sui contributi “volontari” alle scuole, e si scatena la polemica

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red – Il Ministero, giorno 8 marzo, è intervenuto sulla questione dei contrinuti richiesti alle famiglie da parte delle scuole, ribadendo che tale contributo non può essere una imposizione.

red – Il Ministero, giorno 8 marzo, è intervenuto sulla questione dei contrinuti richiesti alle famiglie da parte delle scuole, ribadendo che tale contributo non può essere una imposizione.

L’imposizione di tale contributo, scrive il Ministero, "si configura, per i soggetti che sono responsabili della gestione, come una grave violazione dei propri doveri d’ufficio. 

Inoltre, la circolare ricorda "che qualunque discriminazione ingiustificata a danno degli studenti derivante dal rifiuto di versamento del contributo, risulterebbe del tutto illegittima e gravemente lesiva del diritto allo studio".

Nel momento in cui dovessero pervenire ancora le segnalazioni di irregolarità il Dipartimento per l’Istruzione provvederà a trasmetterle ai direttori degli Uffici scolastici regionali, i quali “provvederanno ad operare tempestivamente le opportune verifiche ed eventualmente ad assumere tutte le conseguenti determinazioni, anche di carattere sanzionatorio, in relazione alla gravità dei fatti contestati”.

Sulla questione sono intervenuta varie forze sociali e associative.

Non ultima la FLCGIL che definisce la circolare del MIUR come una "nota di minacce e insulti". "E’ inaccettabile – dicono – il giudizio espresso dalla nota del MIUR. Se al MIUR risultano comportamenti non corretti di singole scuole o di singoli Dirigenti scolastici il MIUR si rivolga ad essi e non a tutti." E si invita il Ministero ad inviare tutti i fondi per il funzionamento 2013.

Dello stesso tenore, sebbene da posizioni diverse, è il comunicato dell’ANP (Associazione Presidi), la quale ricorda che la richiesta di soldi alle famiglie non nasce da "un capriccio o per "far soldi".
"Quei soldi – continua il comunicato – vengono spesi per garantire a tutti gli studenti (anche a chi non li paga) servizi che altrimenti non sarebbe materialmente possibile assicurare loro".

"Se le scuole fossero finanziate in misura meno avara, – concludono – non avrebbero necessità di ricorrere a questo strumento di sostentamento. Ed è particolarmente spiacevole che lo stesso Ministero che dovrebbe garantire loro un giusto livello di risorse, invece di sentirsi chiamato in causa per la propria incapacità a fare quel che è il suo "dovere” istituzionale e di attivarsi in conseguenza, interviene solo per rimproverare i dirigenti scolastici che cercano di far sopravvivere le comunità loro affidate"

Sulla questione dei finanziamenti alle scuole, punta il dito anche la Disal, che denuncia come "l’utilizzo dei contributi volontari delle famiglie (progettato, deliberato e soggetto a controllo del Consiglio di Istituto prima ancora che dei Revisori dei Conti) non riguarda più da anni "i livelli qualitativi sempre più elevati" dell’offerta formativa, ma l’offerta di indispensabili prestazioni (fotocopie, materiale igienico-sanitario, materiale didattico e attrezzature per i laboratori, corsi di recupero alle superori, solo per citare solo pochi casi), a garanzia del diritto all’istruzione che lo Stato chiede alle scuole."

"Fa ovviamente bene il Ministero – ha dichiarato il presidente di DiSAL prof. Roberto Pellegatta – a esigere trasparenza nell’uso di tutti i fondi: ci piacerebbe che in questo desse un esempio illuminante in tutti i campi, anche se siamo poco convinti che una dovuta trasparente rendicontazione risolverà i problemi delle scuole italiane, facendo lievitare i docenti e gli amministrativi che mancano, riempiendo le casse per rinnovare macchinari obsoleti da 20 anni e facendo sparire le crepe che ogni giorno aumentano senza nessuno che le vada a coprire".

Una circolare MIUR chiarisce la completa gratuità dei contributi scolastici richiesti dalle scuole

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