Ministro Giannini: “scuole scelgano propri insegnanti”, no a concorsoni. Su precariato, introdurre “sistemi per non rigenerarlo”. Riformare le scuole medie
red – Il nuovo Ministro ha, evidentemente, scelto le testate giornalistiche per presentare il suo programma. Questa è la volta del "Corriere della Sera" al quale ha dettato alcune riforme, anche sostanziali. "Ho tante idee – ha detto – e buona volontà". E rilancia i libri cartacei. FLCGIL, chiamata diretta: "Colossale sciocchezza".
red – Il nuovo Ministro ha, evidentemente, scelto le testate giornalistiche per presentare il suo programma. Questa è la volta del "Corriere della Sera" al quale ha dettato alcune riforme, anche sostanziali. "Ho tante idee – ha detto – e buona volontà". E rilancia i libri cartacei. FLCGIL, chiamata diretta: "Colossale sciocchezza".
Chiamata diretta dei docenti
Un’idea che vuole fondere con il sistema di valutazione delle scuole. In sostanza, il Ministro vorrebbe che le scuole assumessero liberamente i docenti, "chi credono", ma dovranno rendere conto dell’operato, attraverso una valutazione. "Dobbiamo trovare gli strumenti giusti per attuarlo", ha detto.
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Riforma cicli scolastici
Punta il dito contro le scuole medie, individuate come anello debole della catena formativa. "Penso – ha detto – che abbiamo tre cicli di scuola, due funzionano molto bene, uno, quello intermedio, molto meno. La scuola media inferiore è quella che ha bisogno di maggiore attenzione"
Sul precariato e la possibile condanna da parte dell’UE sull’abuso dei contratti a termine
Questione nodale, che forse le stanze del potere non hanno ancora inquadrato nella sua interezza, e riguarda la possibile condanna dello Stato italiano, con richiesta di assunzione dei docenti precari. Situazione che la Giannini afferma di conoscere bene e di avere amici cinquantenni in attesa di abilitazione. "Ma si può curare il male antico – afferma – introducendo sistemi per non rigenerarlo".
Sugli e-book
Un leggero passo indietro, rispetto alla direzione dei precedenti governi: "Ho l’idea che se spariscono i libri non va bene, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura".