Maturità: 98% promossi, si può passare alla commissione interna. APEF: non si pensi solo al risparmio

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Le ultime dichiarazioni del ministro Giannini sull’Esame di Maturità hanno suscitato lo sconcerto di diverse associazioni professionali della scuola. Abbiamo intervistato Paola Tonna, Presidente Apef, autrice nei giorni scorsi di un comunicato dal titolo duro ed eloquente: ‘Esame di Stato, tanto vale abolirlo‘.

Le ultime dichiarazioni del ministro Giannini sull’Esame di Maturità hanno suscitato lo sconcerto di diverse associazioni professionali della scuola. Abbiamo intervistato Paola Tonna, Presidente Apef, autrice nei giorni scorsi di un comunicato dal titolo duro ed eloquente: ‘Esame di Stato, tanto vale abolirlo‘.

Presidente, solo una provocazione per far sentire in maniera più chiara il vostro dissenso?

E’ chiaramente una provocazione dal momento che la Costituzione prevede l’esame alla fine del ciclo di studi. Tuttavia, la situazione normativa attuale e l’alto tasso di promozioni ha fatto sì che l’Università non riconosca più la valutazione della Scuola e quindi ha introdotto le prove di ammissione ai corsi universitari. Questo naturalmente rappresenta un vulnus all’autorevolezza della scuola come istituzione statale.

La percentuale dei promossi all’ultimo anno di superiori supera oggi il 99 per cento nei licei. E’ necessariamente il sintomo di un esame che non funziona?

Direi di sì, per una serie di motivi: timore di contenziosi troppo frequenti, un eccessivo buonismo dovuto anche ad un mancato equilibrio nella composizione della commissione, che a nostro avviso dovrebbe essere tutta esterna come avviene nella maggior parte dei paesi della UE, determinano alla fine una riproposizione indolore della situazione delle ammissioni, così come presentate dalla Scuola.

Le vostre critiche combaciano in qualche punto con quelle espresse dal Gruppo di Firenze?

Certamente, perché le loro, come le nostre, sono critiche che si basano sulla storia oggettiva dell’Esame di Stato e dei relativi risultati nel corso degli anni. Inoltre, nel momento in cui si va, finalmente, verso una valutazione esterna che dovrebbe liberare le Scuole dall’autoreferenzialità e sembra anche tramontare l’introduzione di una terza prova costruita dall’Invalsi, tornare pure ad una commissione tutta interna è veramente un controsenso. Condividiamo, inoltre, il fatto che la presenza di una valutazione esterna anche in fase d’esame obblighi gli insegnanti a tenere adeguati i loro standard.

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L’obbligo della sufficienza, scrivete, è già di per sé una sorta di presa in giro, almeno si abolisca il valore legale del titolo di studio. Che vantaggi si otterrebbero ora come ora da una cosa del genere? Ha senso riproporla puntualmente come la panacea di tutti i mali?

Forse non è chiaro: visto che la normativa prevede che gli allievi siano ammessi all’esame finale solo se sufficienti in tutte le materie in uno scrutinio effettuato dai loro stessi docenti, non ha senso che siano gli stessi a valutarli una settimana dopo. Il valore di un esame è dato dal superamento anche di una valutazione “esterna”. Una doppia valutazione da parte degli stessi docenti non ha veramente senso. L’abolizione del valore legale non è certamente una panacea, ma va vista nello spirito di quella corrispondenza con la certificazione delle competenze che ci chiede il mondo del lavoro e l’Europa e che l’Italia è ancora ben lungi dall’avere. Dare solo un titolo di studio dal valore legale senza questa corrispondenza vuol dire illudere i giovani sulle loro reali possibilità.

E’ solo in un’ottica di risparmio che secondo lei si dà luogo a certe proposte? Quanto costano gli esami di maturità ogni anno col regime attuale?

Certamente, visto che una fonte autorevole come il Sole 24 ore ha pubblicato i dati della prossima manovra della Legge di stabilità che prevede un quarto dei tagli all’istruzione ed evidenzia che il risparmio stimato per la sostituzione di metà della commissione con membri interni equivale a 144 milioni di € risparmiati. Considerando che lo scorso anno ci sono state circa 12.500 commissioni con i relativi presidenti esterni più gli altri oneri per le scuole (cancelleria, straordinari personale ATA etc.) ci si può fare un’idea della cifra. Per concludere, se il governo vuol essere coerente con quello spirito di ricostruzione della meritocrazia che percorre il suo documento programmatico sulla scuola, sarebbe il caso che finisse di progettare interventi sull’istruzione solo con l‘ottica del risparmio.

Esame maturità con commissari solo interni fa risparmiare 140milioni di euro

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