Manca il prof: 1 studente su 3 resta solo in classe. Quanto è difficile trovare un supplente

Di Lalla
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inviato da skuola.net – Circa il 35% degli studenti dichiara che spesso la propria classe rimane scoperta nelle ore di buco. E se anche c’è chi copre l’assenza del prof, 4 ragazzi su 5 non fanno comunque lezione. Le cose non migliorano per le supplenze lunghe: quasi il 45% degli studenti lamenta l’assenza del prof per settimane. E’ quanto emerso da un’indagine di Skuola.net su un campione di circa 1.500 studenti. Per Mario Rusconi, vicepresidente ANP, la soluzione è l’organico funzionale.

inviato da skuola.net – Circa il 35% degli studenti dichiara che spesso la propria classe rimane scoperta nelle ore di buco. E se anche c’è chi copre l’assenza del prof, 4 ragazzi su 5 non fanno comunque lezione. Le cose non migliorano per le supplenze lunghe: quasi il 45% degli studenti lamenta l’assenza del prof per settimane. E’ quanto emerso da un’indagine di Skuola.net su un campione di circa 1.500 studenti. Per Mario Rusconi, vicepresidente ANP, la soluzione è l’organico funzionale.

Quando il prof non c’è, gli studenti restano da soli. Questo è quanto è emerso dalla rilevazione effettuata dal portale specializzato Skuola.net su un campione di circa 1500 studenti: quando il prof di ruolo manca per qualche giorno, le classi sono per lo più lasciate a sé stesse, e circa l’80% dei ragazzi non fa lezione, anche quando un altro docente presenzia in aula. Durante la cosiddetta ora di buco 1 studente su 3 dichiara che la classe rimane scoperta senza alcun tipo di sorveglianza.

La situazione non migliora nel caso di assenze di lungo periodo: il 43% dei partecipanti alla richiesta sostiene che per settimane o mesi non ha avuto né docente né supplente, e una percentuale simile non ha iniziato regolarmente le lezioni a settembre.

Secondo Mario Rusconi, Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi, spiega a Skuola.net che “i pochi fondi e la complicata burocrazia mettono in difficoltà le scuole in caso di assenza degli insegnanti, ma la soluzione sarebbe a portata di mano attraverso in cosiddetto organico aperto”.

In caso di assenze di pochi giorni, la scuola non può chiamare un supplente esterno ma deve trovare le risorse all’interno del proprio corpo docente. Gli insegnanti di ruolo possono anche rifiutarsi e inoltre non sempre le scuole hanno a disposizione i fondi per pagare queste ore di straordinario. Così accade spesso, come denunciano il 35% degli studenti, che rimangano completamente da soli. “Un fatto grave – commenta Mario Rusconi – perché in queste situazioni, se un ragazzo si fa male si rischiano conseguenze penali”.

Quello che è sicuro, è che se manca l’insegnante, nell’80% dei casi non si fa lezione: o perché la classe è lasciata scoperta, o perché , sebbene ci sia un supplente, questo lascia fare agli studenti quello che vogliono. Solo il 15% dei ragazzi fanno lezione in classe con un supplente regolare o con il professore di un’altra classe, mentre per 1 ragazzo su 10 la classe viene divisa.

Più complicato se un professore manca per periodi lunghi: niente supplente per mesi o settimane intere per quasi la metà degli studenti intervistati. A settembre circa il 40% non ha trovato un prof dietro la cattedra e ha dovuto aspettare prima che le lezioni per quella materia iniziassero regolarmente. Insomma continuità didattica addio, se è vero, come dichiarano il 70% degli intervistati, che quest’anno hanno cambiato almeno un prof in quelle materie in cui invece doveva rimanere lo stesso docente.

Secondo Mario Rusconi, una soluzione può essere “Assumere professori di ruolo in sovrannumero, in modo da dare ad una scuola o una rete di scuole la possibilità di attingere da questo organico. Questo per far fronte alle supplenze o per affiancare i prof di classi troppo affollate”.

Poi, rendere obbligatorio agli insegnanti interni di coprire le assenze temporanee dei colleghi. Questo eliminerebbe la lunga e difficile procedura che serve a richiedere una supplenza esterna, quella che copre le assenze di più di 15 giorni: “Si può effettuare solo tramite fonogramma o posta certificata, e spesso richiede tempi eccessivamente lunghi”- conclude Rusconi.

I risultati completi sono visualizzabili qui

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