L’Italia condannata a risarcire 124 dipendenti ATA ex EE.LL
Red – La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia a risarcire 124 dipendenti pubblici ATA che erano stati privati di ogni indennità con il passaggio da impiegati degli enti locali a impiegati dell’amministrazione statale.
Red – La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia a risarcire 124 dipendenti pubblici ATA che erano stati privati di ogni indennità con il passaggio da impiegati degli enti locali a impiegati dell’amministrazione statale.
Altissimi i risarcimenti individuali che arrivano a quasi un milione e ottocentomila euro (anche oltre gli 82mila euro per dipendente).
La sentenza ha condannato la Legge Finanziaria 2006 che non riconosceva il dovuto salariale ai dipendenti pubblici che si sono rivolti direttamente a Strasburgo.
I ricorrenti del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) toccato dalla modifica legislativa, infatti, si erano già rivolti ai tribunali interni di primo e secondo grado che avevano già stabilito il loro diritto a ricevere le differenze retributive, ma dopo il parere contrario della Cassazione, i dipendenti pubblici si sono rivolti a Strasburgo.
Il tribunale dei diritti umani ha condannato l’Italia perché tesa a salvaguardare l’interesse finanziario dello Stato, a discapito di una precisa categoria di dipendenti pubblici, piuttosto che proteggere l’uguaglianza di trattamento tra dipendenti, sottraendo ai lavoratori “un interesse patrimoniale che spettava loro”, e in secondo luogo applicando“l’intervento retroattivo attuato mentre i dipendenti avevano impugnato la decisione dello Stato nei tribunali interni”.