LIP: referendum contro riforma della scuola. A queste condizioni autogol

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LIP Scuola – Abbiamo provato in tutti i modi a far comprendere la necessità di un intervento allargato, condiviso, plurale, democratico sulla questione del referendum sulla scuola; di tempi distesi che consentissero l’inattaccabilità del quesito proposto e la possibilità di negoziare con le forze e i movimenti che sono stati protagonisti della mobilitazione.

LIP Scuola – Abbiamo provato in tutti i modi a far comprendere la necessità di un intervento allargato, condiviso, plurale, democratico sulla questione del referendum sulla scuola; di tempi distesi che consentissero l’inattaccabilità del quesito proposto e la possibilità di negoziare con le forze e i movimenti che sono stati protagonisti della mobilitazione.

Lo abbiamo fatto con una grande assemblea il 12 luglio da cui è uscito un documento che inequivocabilmente traccia un percorso partecipato e plurale, fondato sull’attendibilità e l’autorevolezza dei quesiti posti.

Ci troviamo oggi uno scenario schizofrenico, con due quesiti differenti, entrambi decisi da pochi e calati sui molti, moltissimi che sono stati in piazza, hanno elaborato pensiero critico, hanno contrastato l’autoritarismo del Governo. Da una parte Civati propone – nonostante le smentite anche ufficiali e le rassicurazioni ufficiose – il “suo” quesito, finalizzato evidentemente solo a depotenziare in maniera blanda il dispositivo della Buona Scuola, molto più a dare visibilità (sulle spalle della scuola stessa) al nuovo soggetto che intende far scendere in campo.

Dall’altra un sedicente “Comitato Leadership Nazionale”, che fa capo allo Snals di Napoli, che sta portando avanti un proprio quesito totalmente abrogativo della Buona Scuola, attraverso una abile campagna sui social e un sistema di alleanze poco trasparente e quantomeno sospetto. Entrambi stanno tentando di far leva su una reazione “viscerale” ed emotiva della scuola rispetto al sopruso subito.

Ma non è questa la strada. La fretta – e gli interessi particolari – non sono quello che serve alla scuola oggi. Un possibile fallimento andrebbe ad incidere in maniera drammatica sulla possibilità di rafforzare il movimento DELLA scuola e le azioni in programma per il prossimo autunno.

Occorrono serietà, rigore, tempi lunghi della riflessione e soprattutto condivisione: solo a queste condizioni non si determinerà il clamoroso autogol che si sta configurando, alimentando peraltro una pericolosa scissione tra LE VARIE COMPONENTI del mondo della scuola.

A Civati chiediamo – per l’ennesima volta – di ripensarci. Allo Snals nazionale di prendere senza ambiguità le distanze da una propria costola che “ufficiosamente” opera autonomamente. Questo anche per la dignità di un sindacato che ha fatto un pezzo di storia di questo Paese. Abbiamo bisogno di parole chiare e di trasparenza assoluta per poter procedere, a partire dall’appuntamento del 5 e 6 settembre a Bologna, dove il Comitato del 12 luglio proverà a scommettere su un altro modo di andare avanti tutti insieme.

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