L’edilizia scolastica finisce in commissione

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L’On De Pasquale ha presentato interrogazione presso la VII commissione per chiedere quali iniziative il Governo sta attuando per risolvere il problema delle scuole fatiscenti in Italia. Pubblichiamo il testo dell’interrogazione e la risposta.

L’On De Pasquale ha presentato interrogazione presso la VII commissione per chiedere quali iniziative il Governo sta attuando per risolvere il problema delle scuole fatiscenti in Italia. Pubblichiamo il testo dell’interrogazione e la risposta.

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-04236
presentata da
ROSA DE PASQUALE
giovedì 17 febbraio 2011, seduta n.436

DE PASQUALE. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
– Per sapere – premesso che:

«in Italia le scuole a rischio sono ben 12 mila, ossia il 28 per cento del totale e il dato è stato fornito proprio dal Ministero della pubblica istruzione». Lo dice Carlo Rienzi, presidente del Codacons;

gli istituti con gravi criticità sono 390 in Abruzzo, 228 in Basilicata, circa 300 in Campania, 1.428 in Calabria, 467 in Emilia Romagna, 306 in Friuli, 1.330 nel Lazio, 271 in Liguria, 1.026 in Lombardia, 383 nelle Marche, 95 in Molise, 951 in Piemonte, 974 in Puglia, 541 in Sardegna, 1.259 in Sicilia, 772 in Toscana, 263 in Umbria e 1.062 in Veneto;

inoltre i geologi sostengono che il 46 per cento degli edifici scolastici (oltre 20 mila scuole) e il 41 per cento degli ospedali italiani sorgono in zone ad alto rischio sismico, coinvolgendo quasi 5 milioni di utenti;

e purtroppo, la pericolosità dei terremoti è amplificata dall’elevata vulnerabilità delle strutture: il 60 per cento degli edifici è, infatti, stato costruito prima del 1971, e dunque non rispetta la normativa antisismica varata nel 1974;

nel forum del Codacom che si è svolto a Firenze viene denunciata la mancanza dei geologi negli uffici preposti al monitoraggio del territorio e non attualità delle norme di settore sulla pianificazione territoriale;

anche Oreste Giurlani – presidente di Uncen Toscana – denuncia che al di là della differenza di dati resta molto elevato il rischio sismico in Italia e nella stessa Toscana, dove oltre i quattro quinti dei comuni sono a rischio sismico. In particolare gli edifici scolastici, molti dei quali non a norma. D’altra parte senza l’aiuto del Governo non si va molto lontani considerati i costi eccessivi di messa in sicurezza -:

quali azioni urgenti ed efficaci il Ministro intenda porre in essere al fine di risolvere il grave problema della messa in sicurezza degli edifici scolastici e come e quando intenda provvedere al fine di allentare il patto di stabilità per gli interventi sugli edifici scolastici, patto di stabilità che rende impossibile per gli enti locali investire risorse, anche ove presenti, per la messa in sicurezza delle scuole e la loro nuova costruzione, anche tenuto conto che sono più di uno gli ordini del giorno presentati dall’interrogante ed accolti dal Governo ove lo stesso si impegnava ad allentare il patto di stabilità per gli interventi sull’edilizia scolastica da parte degli enti locali.(5-04236)

TESTO DELLA RISPOSTA

Risponde il sottosegretario Pizza

Sull’argomento oggetto dell’atto in discussione – l’edilizia scolastica e, in particolare, la sicurezza degli edifici scolastici – questa Amministrazione ha più volte riferito in questa sede in risposta a vari atti di sindacato ispettivo, anche dell’Onorevole interrogante.

Pertanto, confermo quanto già fatto presente nelle precedenti occasioni circa le competenze istituzionali in materia – attribuite, come è noto, alle Regioni e agli Enti locali, che sono puntualmente obbligati anche per quanto riguarda la messa in sicurezza degli edifici scolastici e l’adeguamento antisismico degli edifici stessi.
Mi limiterà a ricordare che la tematica della sicurezza è oggetto di particolare attenzione da parte di questo Ministero.
In particolare, l’impegno di questa Amministrazione si è espresso attraverso una serie di iniziative dirette, da una parte, ad acquisire una piena conoscenza della situazione dell’edilizia scolastica nazionale (in tale ottica va vista l’Intesa istituzionale per l’accertamento di eventuali pericolosità degli elementi non strutturali degli edifici scolastici) e, dall’altra, con interventi mirati al supporto finanziario degli Enti locali, direttamente obbligati in merito.

A titolo esemplificativo, ricordo:
il finanziamento, a regime, del Piano straordinario di messa in sicurezza delle scuole nelle zone a rischio sismico disposto con l’articolo 7 bis, comma 1 del decreto-legge n. 137 del 2008 (cosiddetto decreto Gelmini);
la previsione di un Piano di interventi per la messa in sicurezza e l’adeguamento antisismico delle scuole, sulla base di un apposito «atto di indirizzo» formulato dalle competenti Commissioni parlamentari permanenti, disposto .con l’articolo 2, comma 239, della legge finanziaria 2010;
l’avvio del Piano straordinario disposto con delibera CIPE 13 maggio 2010 per 1.706 interventi. Quest’ultimo Piano, come è noto, è attivato attingendo ad un finanziamento ad hoc di mille milioni di euro di fondi FAS disposto dal CIPE, di cui 226 già assegnati all’Abruzzo per la ricostruzione e messa in sicurezza delle scuole danneggiate dal sisma del 2009, mentre i restanti (oltre 410 milioni) saranno utilizzati in un prossimo, analogo piano, con congrua tempestività previa concertazione delle relative modalità con le Amministrazioni competenti.

Quanto alla richiesta di «allentare» il patto di stabilità interno per le attività degli Enti locali finalizzate alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, va preliminarmente precisato che la competenza in questa materia non è riconducibile alle specifiche attribuzioni di questo Ministero.
È stato comunque interessato il competente Dicastero dell’economia e delle finanze che, al riguardo, ha fatto presente che l’esclusione dal patto di stabilità interno di tipologie diverse da quelle previste dalle norme vigenti (calamità naturali, grandi eventi, progetti finanziati con risorse europee, e così via), oltre a richiedere uno specifico intervento normativo, comporta effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica, con la conseguente necessità di rinvenire le adeguate risorse compensative.
Il Dicastero dell’economia, tuttavia, ha segnalato che, nell’ambito del nuovo quadro normativo di riferimento del patto di stabilità interno 2011-2013, il comma 122 dell’articolo 1 della legge 13 dicembre 2010, n. 220, prevedendo l’emanazione di un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’interno, che autorizza la riduzione degli obiettivi annuali degli enti locali in base ai criteri definiti con il medesimo decreto, potrebbe consentire, ove fosse raggiunta la prevista intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali e nei limiti degli spazi finanziari disponibili, la rimodulazione degli obiettivi del patto di stabilità interno per tener conto delle suesposte esigenze.

REPLICA

Rosa DE PASQUALE (PD), replicando, si dichiara molto insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, sottolineando che si tratta dell’ennesima interrogazione presentata sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici alla quale non si dà risposta. Ribadisce che la risposta fornita dall’Esecutivo, anche in questo caso, non fa altro che mistificare e celare la vera realtà dell’operato del Governo in materia; realtà che è poi solo quella del non impegno dell’Esecutivo sulla messa in sicurezza delle scuole e delle mancate liquidazioni delle somme promesse. Rileva che lo stesso testo di risposta del Governo fa riferimento a diversi piani di intervento ed in particolare all’atto di indirizzo congiunto, risoluzionen. 8-00099, a suo tempo votato dalle Commissioni permanenti competenti in materia, V e VII, della Camera dei deputati. Al riguardo, ricorda che sono trascorsi almeno sei mesi da quella deliberazione e che non è stato fatto nulla in merito all’effettiva ripartizione delle risorse. A tal proposito, si appella alla sensibilità sempre dimostrata dal sottosegretario Pizza, affinchè si adoperi per accelerare l’emanazione del decreto necessario. Ricorda che il Piano straordinario del Ministero in materia stanziava, un anno fa, circa 250 milioni di euro, ed anche di questo stanziamento non si è saputo più nulla.
Per ciò che riguarda la possibilità di allentare i vincoli recati dal il patto di stabilità, evidenzia inoltre come nella risposta fornita dall’Esecutivo si dica che occorra un intervento normativo del Ministero dell’economia e delle finanze a parere del quale si inciderebbe, però, sul rispetto dei saldi di finanza pubblica. Lo stesso Ministero rileva comunque che ci sarebbero margini per un allentamento del patto di stabilità per l’edilizia scolastica ove si pervenisse in tal senso ad un accordo in Conferenza Stato – città ed autonomie locali; anche se ritiene che la Conferenza sarà pienamente concorde sul punto, come è già noto da tempo. Auspica, infine, che sia data attuazione ai tanti ordini del giorno presentati sulla materia e sempre accolti dal Governo, di cui l’ultimo nella giornata di ieri in sede di approvazione dell’emendamento presentato dal Governo al «decreto sviluppo». Conclude, infine, manifestando profonda insoddisfazione per le mancate risposte del Governo, ribadendo l’esigenza di dare la possibilità ad enti locali virtuosi che hanno disponibilità economiche, frutto del loro buon governo, di spendere tali risorse per il restauro e la manutenzione delle scuole, oltremodo necessario per garantire la sicurezza di studenti e insegnanti.

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