L’abbandono scolastico frena la crescita economica

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La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha svolto un'indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica con il principale scopo di individuare la portata del fenomeno in Italia, anche rispetto agli obiettivi della Strategia Europa 2020, e definirne le più efficaci strategie di contrasto e prevenzione.

La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha svolto un'indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica con il principale scopo di individuare la portata del fenomeno in Italia, anche rispetto agli obiettivi della Strategia Europa 2020, e definirne le più efficaci strategie di contrasto e prevenzione. L'indagine si è svolta dal 23 aprile 2014 al 10 giugno 2014 con sei sedute nelle quali sono stati auditi 19 soggetti e raccolte 28 memorie.

Hanno fornito il loro contributo, oltre ai soggetti istituzionali competenti in materia (rappresentanti del Miur, dell'Invalsi e dell'Isfol), anche dirigenti scolastici, insegnanti, docenti universitari, rappresentanti di associazioni, fondazioni e testate editoriali.

In Italia, gli indicatori Eurostat, pur registrando una costante riduzione del tasso di abbandono (sceso dal 20,6% del 2006 sino al 17% del 2013), segnalano comunque un livello ancora troppo elevato rispetto alla media europea pari al 12% nel 2013 e, soprattutto, rispetto all'obiettivo del 10% da raggiungere entro il 2020.

In media il 17,6% degli studenti abbandona il percorso scolastico. Si va dalla Sardegna, maglia nera col 25,8%, al 25 della Sicilia e al 21,8 della Campania, passando per le percentuali intermedie del centro Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna stanno sul 14-15%) fino a quelle più basse (12-13) di Lazio, Abruzzo, Umbria, Basilicata, per finire col Molise, unico a quota 9,9%.

A volte la causa è da ricercare nella famiglia, che in tempi di crisi, non riesce a sostenere l’onere del mantenimento. Ma incidono anche i contesti sociali ed educativi, come la vita in quartieri disagiati o certi approcci "rigidi" da parte di alcuni insegnanti, legati a forme di didattica inadatte a valorizzare le qualità dello studente.

Secondo il WeWorld Intervita, l' Associazione Bruno Trentin e la Fondazione Giovanni Agnelli,l’azzeramento della dispersione scolastica ha un impatto sul Prodotto interno lordo tra l’1,4 e il 6,8%. "L’Ocse stima il costo di una singola bocciatura per un sistema scolastico sugli 8mila dollari, 6.400 euro – spiega la deputata Milena Santerini (Per l’Italia) –. Se lo moltiplichiamo per il numero di bocciati in Italia, si arriva a qualche miliardo di perdite".

Per invertire la tendenza e scendere al 10%, occorrono, secondo la Commissione, anagrafi integrate fra i vari enti per acquisire dati ancor più precisi sulla situazione, occorre elaborare strategie preventive già dall’infanzia, riordinare i cicli scolastici (sperimentando una possibile scuola secondaria di 4 anni), migliorare l’orientamento e valorizzare l’istruzione tecnica.

Occorre "un intervento complessivo", dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, "con istituti aperti, didattica flessibile e multidisciplinare e docenti stabili. I Paesi che hanno investito sull’insegnamento tecnico con l’alternanza scuola-lavoro, non lasciando il tecnico di serie B in confronto liceo di serie A, hanno un tasso di dispersione scolastica più bassa".

"Non è accettabile, in una democrazia come la nostra, che oltre il 17% dei giovani abbandoni il ciclo scolastico…". La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha commentato  i dati dell’indagine conoscitiva della commissione Cultura e Istruzione di Montecitorio:"Non ci sarà crescita nel nostro Paese – afferma – se non saranno risolti i nodi storici del sistema dell’istruzione. Vorrei che ci sforzassimo di immaginare i volti di quelle bambine e di quei bambini, che non si sono ancora affacciati pienamente alla vita ma già hanno davanti un destino da emarginati".

comunicato della Commissione

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Scuola e dispersione: le proposte del Pd per prevenire l’abbandono scolastico

 

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